Lee Miller Penrose: differenze tra le versioni

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Fu modella di successo a [[New York]] negli [[Anni 1920|anni venti]] prima di trasferirsi a [[Parigi]], dove diventò una fotografa affermata di [[Fotografia di moda|moda]] e di arte. La sua relazione con [[Man Ray]] prima, ed il matrimonio con [[Roland Penrose]] dopo, le favorirono l'accesso ai circoli artistici e letterari del [[XX secolo|ventesimo secolo]]. Nel corso di una carriera di oltre tre decadi entrò in contatto con personalità di ogni tipo, molte delle quali divennero soggetti dei suoi ritratti fotografici, come gli studi su [[Pablo Picasso]], [[Max Ernst]], [[Fred Astaire]], [[Colette]], [[Maurice Chevalier]] e [[Marlene Dietrich]].<ref name=Portraits>{{Cita|Portraits}}.</ref>
 
Durante la [[seconda guerra mondiale]] divenne un'acclamata [[Giornalismo di guerra|corrispondente di guerra]] per [[Vogue (periodico)|Vogue]], su cui documentò eventi quali il [[bombardamento strategico]] della [[battaglia d'Inghilterra]], la [[Battaglia di Normandia]], la [[liberazione di Parigi]], i [[Campo di concentramento|campi di concentramento]] di [[Campo di concentramento di Buchenwald|Buchenwald]] e di [[Campo di concentramento di Dachau|Dachau]].<ref name=Penrose85>{{Cita|A. Penrose, 1985}}.</ref>
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La sua famiglia di origine era composta dal padre Theodore, ingegnere, inventore e uomo d'affari di origine tedesca, dalla madre Florence Miller nata MacDonald, di origine canadese, scozzese ed irlandese, dal fratello minore Erik e dal fratello maggiore John. Era la figlia preferita del padre, che si dilettava con la fotografia e che insegnò le tecniche fotografiche ai propri figli quando erano ancora molto piccoli. Lee, oltre ad essere allieva, fin dall'infanzia era stata anche la modella di Theodore, che la ritraeva spesso nelle sue [[Stereogramma|fotografie stereoscopiche]].<ref name=Prose>{{Cita|Prose}}.</ref>
 
Nel 1914, all'età di sette anni, subì una [[violenza sessuale]], mentre si trovava a [[Brooklyn]] presso amici di famiglia in occasione del ricovero in ospedale della madre; fra le conseguenze ebbe un'infezione di [[gonorrea]]. Non venne sporta denuncia e non fu ben chiaro chi fosse l'autore della violenza, che voci contrastanti attribuirono ad un marinaio, ad un parente o addirittura al padre di Lee. Molti anni più tardi tali supposizioni vennero smentite dal figlio di Lee Miller, il quale escluse parimenti l'ipotesi di rapporti incestuosi fra Lee e Theodore, che le foto scattate loro in seguito da [[Man Ray]] potevano suggerire.<ref name=Leafe>{{Cita|Leafe}}.</ref> Qualunque fosse la vera identità dello stupratore, in quello stesso anno Theodore iniziò a fotografare la figlia nuda, ritraendola nella neve in una foto intitolata ''Mattinata di dicembre'' che si ispirava a ''Mattinata settembrina'', un quadro di [[Paul Chabas]], la cui esposizione a [[New York]] nel 1913 era stata causa di scandalo.<ref name=Darwent>{{Cita|Darwent}}.</ref>
 
Nel 1925 frequentò l'[[École nationale supérieure des beaux-arts]]; nel 1926, a 19 anni, si iscrisse alla ''Art Students League'' di [[New York]] per studiare [[scenografia]] e [[illuminazione]] di scena.<ref name=Livingston>{{Cita|Livingston|p. 28}}.</ref><ref name=Penrose95>{{Cita|A. Penrose, 1995|p. 46}}.</ref> Nello stesso anno, mentre camminava per strada a [[Manhattan]], rischiò di essere investita da un'auto che sopraggiungeva, ma fu prontamente trattenuta da un passante che le evitò l'incidente e le salvò la vita.<ref name=Livingston/><ref name=Penrose95/>
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Quando ereditò la Farley Farm, Antony la trasformò in museo in cui, accanto alle stanze abitate dai genitori, espose le opere di loro produzione, come ''Fallen Giant'', ''Sea Creature'' e ''Kneeling Woman'', e le collezioni private Miller-Penrose, ossia alcuni fra i loro pezzi d'arte preferiti, comprendenti lavori di Picasso, Man Ray, [[Max Ernst]] e [[Joan Miró]].<ref name=Farley/>
 
Nel 1985 Antony Penrose pubblicò la prima biografia della madre, intitolata ''The Lives of Lee Miller''.<ref name=Penrose85/> Da quel momento molti libri, spesso corredati di foto di Lee Miller, vennero scritti dagli storici dell’arte e da scrittori quali Jane Livingston,<ref name="Cita|Livingston"/> Richard Calvocoressi,<ref>{{Cita|Calvocoressi}}.</ref> Mark Haworth-Booth.<ref>{{Cita|Haworth-Booth}}.</ref> Un'intervista radiofonica del 1946 venne trasformata in [[audiolibro]] dal titolo ''Surrealism Reviewed'', pubblicato nel 2002.<ref>{{Cita| Surrealism Reviewed}}.</ref>
 
Nel 1989 venne organizzata una grande retrospettiva itinerante in buona parte degli [[Stati Uniti d'America]].
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Nel 1993 la biografia romanzata di Lee Miller pubblicata da [[Marc Lambron]] vinse il [[Prix Femina]].<ref>{{Cita|Lambron}}.</ref>
 
Nel 2005 la vita di Lee Miller venne riprodotta in un [[musical]] intitolato ''Six Pictures of Lee Miller'', con musiche e parole del compositore britannico Jason Carr,<ref>{{Cita|Carr}}.</ref> premiato al Chichester Festival Theatre nel [[Sussex]]. Nello stesso anno la biografia di Carolyn Burke, ''Lee Miller, a Life''<ref>{{Cita|Burke}}.</ref><ref>{{Cita|Hardy}}.</ref> venne pubblicata negli [[Stati Uniti d'America]] da [[Alfred A. Knopf]] e nel [[Regno Unito]] da [[Bloomsbury Publishing|Bloomsbury]].
 
Nel 2007, con la collaborazione dell'[[Università del Sussex]], comparve ''Echoes from St. Malo''<ref>{{Cita|A. Penrose, 2007}}.</ref> all'interno della collana ''Traces of Lee Miller'', un [[Compact disc|CD]] interattivo e [[DVD]] sull'attività fotografica di Lee Miller a [[Saint-Malo]].