Satyāgraha: differenze tra le versioni
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La '''satyagraha''' (in [[lingua sanscrita|sanscrito]] सत्याग्रह ''satyāgraha'' «resistenza passiva» o più letteralmente «insistenza per la verità») è una [[etica|teoria etica]] e [[politica]] elaborata e praticata da [[Gandhi]] nei primi anni del [[Novecento]], e in seguito adottata da altri politici e attivisti, come [[Martin Luther King]], [[Nelson Mandela]] e [[Aung San Suu Kyi]]. È una teoria alla base della prassi della [[
In [[Italia]] lo stesso concetto è identificato con il nome di [[Nonviolenza]] e ha visto le sue radici ad opera di [[Aldo Capitini]] e poi quella di [[Marco Pannella]].
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Il ''satyagraha'' è anche il servizio dell'altro: nella disputa è còmpito del ''satyagrahi'' mostrare la via giusta, aderirvi e accettare a cuor sereno tutte le conseguenze. La disobbedienza civile potrebbe rendere necessario infrangere una legge ingiusta: in tal caso il cittadino, rispettoso di tutte le altre leggi, moderato dall'auto-disciplina, obbedirà alla superiore legge morale e trasgredirà quella dello stato accettando senza rimorso la pena corrispondente. Il fondamento di ciò è la superiorità della purezza dello spirito (derivante dall'obbedienza alla legge morale) rispetto alla sofferenza del corpo che potrebbe essere causata dal danno economico ricevuto o dalla permanenza in prigione.
Nel concreto il satyagraha si traduce in molteplici forme, alcune delle quali storicamente sperimentate, altre sono ancora da ideare. Esse sono: la [[non collaborazione]] nonviolenta, il [[boicottaggio]], la [[
== Esempi storici gandhiani ==
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