Pier Giorgio Perotto: differenze tra le versioni

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[[File:Olivettiunderwood programma101.jpg|thumb|upright=1.4|Vista frontale della Programma 101, in mostra al [[Museo Nazionale dell'Elaborazione]] a [[Bletchley Park]]]]
 
Perotto ebbe grande notorietà per aver progettato, per la società [[Olivetti]], la [[Olivetti P101|Programma 101]], conosciuta anche come "''Perottina''", presentata nel [[1965]] all'esposizione universale di [[New York]]. EraEssa era il primo prototipo di computer personale elettronico programmabile, adattato alle esigenze di un'azienda e di un ufficio:. laLa macchina, grande quanto una [[calcolatrice]], fu messa in vendita dalla Olivetti nel [[1965]] e ne furono prodotti in tutto circa 44.000 esemplari<ref>[http://www.powerhousemuseum.com/collection/database/?irn=378406 2008/107/1 Computer, Programma 101, and documents (3), plastic / metal / paper / electronic components, hardware architect Pier Giorgio Perotto, designed by Mario Bellini, mad...<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. Questo prodotto diede l'inizio al settore dei personal computer, coinvolgendo le maggiori aziende internazionali fino a quel momento impegnate nella vendita di computer esclusivamente di grandi dimensioni, oppure di piccole calcolatrici meccaniche non programmabili, come pure la stessa Olivetti che fu la prima protagonista di questa svolta tecnologica.
 
Della ''Perottina'' e della sua ideazione Perotto affermò:<ref>http://piergiorgioperotto.it</ref><ref>[http://archiviostorico.corriere.it/2001/agosto/14/primo_passo_fece_italiano_co_0_0108148549.shtml Il pc? Il primo passo lo fece un italiano<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> {{citazione|Sognavo una macchina amichevole alla quale delegare quelle operazioni che sono causa di fatica mentale e di errori, una macchina che sapesse imparare e poi eseguire docilmente, che immagazzinasse dati e istruzioni semplici e intuitive, il cui uso fosse alla portata di tutti, che costasse poco e fosse delle dimensioni degli altri prodotti per ufficio ai quali la gente era abituata. Dovevo creare un linguaggio nuovo, che non avesse bisogno dell'interprete in camice bianco}}