Pietro Priuli: differenze tra le versioni
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|creato=17 maggio [[1706]] da [[papa Clemente XI]]
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|deceduto=22 gennaio [[1728]] a [[Venezia]]
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{{Bio
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|Sesso = M
|LuogoNascita = Venezia
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|AnnoNascita = 1669
|LuogoMorte = Venezia
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|AnnoMorte = 1728
|Epoca = 1700
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== Biografia ==
Nacque da Alvise di Giovanni [[Priuli]] e da Vittoria di Agostino [[Ottoboni]], secondo di cinque figli maschi.
Un fratello del padre, Lorenzo (in religione Girolamo), era stato [[diocesi di Lesina|vescovo di Lesina]], ma a spianare la sua carriera ecclesiastica fu il prozio Pietro Ottoboni, che nel [[1689]] fu eletto papa con il nome di [[papa Alessandro VIII|Alessandro VIII]]. Fattosi abate, riuscì ad entrare nelle grazie del successore [[Innocenzo XII]] il quale, il 6 luglio [[1694]], lo creò referendario ''utriusque signaturae''; di conseguenza, si portò a [[Roma]].
Senza passare, come di consueto, per la carica di uditore di [[Tribunale della Rota Romana|Rota]], raggiunse quella di presidente della [[Camera apostolica]] e il 17 maggio [[1706]] fu creato [[Sant'Adriano al Foro (diaconia)|cardinale diacono di Sant'Adriano]] da [[Clemente XI]]. Il 17 dicembre successivo ottenne gli [[ordini sacri]] e nello stesso anno, spirato il cardinale [[Daniele Dolfin (1653-1704)|Daniele Dolfin]], divenne abate commendatario dell'[[Abbazia territoriale della Vangadizza|abbazia della Vangadizza]], titolo che conservò sino alla morte.
Il 4 settembre [[1724]] diede inizio al sinodo diocesano che si concluse l'anno seguente con l'emanazione di precetti diretti a rafforzare la disciplina del clero. Per favorirne la diffusione, organizzò una nuova visita pastorale ma, essendo peggiorata la sua salute, dovette affidarla ad altri. Si ritirò quindi a Venezia presso i familiari, ottenendo frattanto la commenda del monastero di [[Busco]].
Morto a soli cinquantotto anni nella città natale, per sua disposizione venne sepolto a Bergamo, nella [[duomo di Bergamo|cattedrale di Sant'Alessandro]].
== Fonti ==
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