Congregazione camaldolese: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Riga 14:
La prima comunità femminile camaldolese fu fondata dal beato Rodolfo nel [[1086]] a San Pietro a [[Borgo San Lorenzo|Luco]] di [[Mugello]] ([[Provincia di Firenze|FI]]), con la regola degli eremiti camaldolesi.
 
In Toscana altri monasteri furono a [[Bibbiena]] (sec. XII), nella cui toponomastica oggi è rimasta la ''via delle Monache''; a Quarto di Firenze ([[Monastero di San Giovanni Evangelista di Boldrone|San Giovanni Evangelista di Boldrone]]) e nella casa e [[Chiesa di Sant'Agata (Firenze)|chiesa di Sant'Agata]] in [[via San Gallo]] sempre a Firenze. Verso la metà del secolo XI nasce nell'alta Valdelsa, fra San Gimignano e Certaldo, un vero "distretto" camaldolese con la presenza di quattro monasteri fra loro collegati anche se formalmente indipendenti: nel 1059 il monastero di Badia a Cerreto e nel 1073 l'abbazia di Badia Elmi, già esistente dal 1034, viene posta dal vescovo di Volterra sotto la direzione spirituale dell'eremo di Camaldoli; nel 1085 la famiglia cadolingia di Bulgarello di Ridolfo donava allo stesso eremo cinque chiese con le loro pertinenze per far nascere il monastero di Mucchio; a essi si aggiunse poi l'insediamento di S. Mariano sul crinale fra la Valdelsa e la Valdera. La comunità di [[Pratovecchio]] nel [[Monastero di San Giovanni evangelista (Pratovecchio)|Monastero di San Giovanni Evangelista]] è tuttora esistente. Numerose le presenze camaldolesi in [[Alta Valle del Tevere]], area nella quale il monachesimo camaldolese ha esercitato una larga influenza a partire dal XII secolo. Nel territorio i camaldolesi sono presenti con la grande abbazia di [[Duomo di Sansepolcro|Sansepolcro]] (fondata prima del 1013 e divenuta camaldolese tra 1137 e 1187), l'abbazia di [[Anghiari]], i priorati di San Clemente a Toppole e di San Pietro alla Scatorbia a [[Città di Castello]], la pieve di Santa Maria Annunziata alla Sovara, l'insediamento castrense di Pianettole e quello rurale di Santa Maria di Bolsemolo, a sud di Città di Castello. Nel territorio di [[Perugia]] sono camaldolesi i monasteri di San Severo e Santa Trinità della Pallotta, mentre in diocesi di [[Assisi]] si ricorda il priorato di Sant'Angelo di Rosciano, tutti e tre dipendenti dall'abate di [[Sansepolcro]]. In Toscana la [[Divisione di Paleopatologia dell'Università di Pisa]], sta conducendo, da oltre cinque anni, lo scavo archeologico sistematico della grande abbazia camaldolese di S. Pietro di Pozzeveri ([[Badia Pozzeveri]]), in comune di [[Altopascio]] (Lucca), con risultati importanti sull'organizzazione e sulla cultura materiale del monastero.
 
[[File:celle di camaldoli.jpg|thumb|left|Celle dell'eremo di Camaldoli e un monaco che passeggia]]
Riga 21:
 
Altri monasteri femminili camaldolesi sono presenti a Roma ([[Chiesa di Sant'Antonio Abate all'Esquilino|monastero di sant’Antonio abate]]), a San Maglorio in località Celle di [[Faenza]], a Santa Caterina di Faenza e in altre località. In passato hanno assunto una certa importanza, specialmente nel XV secolo, i due monasteri femminili di Santa Caterina e di Santa Margherita a [[Sansepolcro]], fusi nel 1555 nel nuovo monastero urbano di San Bartolomeo. Le moderne comunità presenti in [[Italia]], [[Polonia]], [[Francia]], [[Tanzania]], [[Stati Uniti d'America]], [[India]], [[Brasile]], si rifanno al comune patrimonio spirituale camaldolese, anche se hanno una struttura autonoma.
 
== Appartenenze illustri ==
La congregazione camaldolese ha dato alla Chiesa figure di spicco come [[Papa Gregorio XVI]], San [[Pier Damiani]], Cardinale e [[Dottore della Chiesa]] e in tempi più recenti quella di [[Benedetto Calati]].