Grafica: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 6:
L'arte della grafica nasce in [[Emisfero occidentale|occidente]] nel [[XV secolo]] dall'esigenza di produrre più esemplari di una stessa immagine, in una società dove si sta sviluppando una nuova classe [[Mercante|mercantile]] e [[borghesia|borghese]] che dispone di mezzi economici e conseguentemente elabora esigenze culturali più o meno numerose, si realizza attraverso la lavorazione di una [[matrice (incisione)|matrice]], [[incisione|incisa]] manualmente al fine di poter essere utilizzata per trasportare il soggetto su un foglio attraverso l'uso di un [[torchio calcografico|torchio]]. Le tecniche di lavorazione delle matrici derivano dall'esperienza degli [[incisione|incisori]] di [[metallo|metalli]] pregiati e ricevono un impulso fondamentale dalla quasi contemporanea invenzione del libro a [[stampa a caratteri mobili]], alla metà del [[XV secolo]].
 
Le prime immagini a stampa sono realizzate con la tecnica della [[xilografia]], detta anche silografia, che presuppone l'uso di una matrice in [[legno]], che l'incisore lavora a rilievo, cioè togliendo la parte che non deve stampare, realizzando in questo modo un supporto che presenta il disegno in [[stampa a rilievo|rilievo]]. Già all'inizio del [[XVI secolo]], alla xilografia si affianca la [[calcografia]], tecnica che utilizza il metallo, principalmente [[rame]] e [[zinco]]. In questo caso l'incisore lavora in incavo, cioè scavando nel metallo il disegno da stampare. Quando l'incisore lavora direttamente sulla lastra si parla di [[incisione]] a [[bulino]], se lo strumento utilizzato, il [[bulino]] appunto, toglie il metallo che non serve grazie alla sua punta [[triangolo|triangolare]]; oppure si parla di [[puntasecca]], quando lo strumento a punta si limita a scalfire e spostare il metallo a lato dei solchi.
 
Già all'inizio del [[XVI secolo]], alla xilografia si affianca la [[calcografia]], tecnica che utilizza il metallo, principalmente [[rame]] e [[zinco]]. In questo caso l'incisore lavora in incavo, cioè scavando nel metallo il disegno da stampare. Quando l'incisore lavora direttamente sulla lastra si parla di [[incisione]] a [[bulino]], se lo strumento utilizzato, il [[bulino]] appunto, toglie il metallo che non serve grazie alla sua punta [[triangolo|triangolare]]; oppure si parla di [[puntasecca]], quando lo strumento a punta si limita a scalfire e spostare il metallo a lato dei solchi.
 
Altra tecnica su metallo è quella della [[acquaforte]], quando l'incisione avviene indirettamente, per immersione della lastra in un [[acido]], che si chiamava ''aqua fortis'', lastra precedentemente coperta con una [[vernice]] resistente all'acido e disegnata, eliminando la vernice, in corrispondenza della parti che devono subire la morsura dell'acido. Alla fine del [[XVIII secolo]] si scopre la possibilità di utilizzare matrici in pietra e nasce la tecnica della [[litografia]], con la quale le matrici in pietra [[calcare]]a, precedentemente [[levigatura|levigate]] e trattate in superficie con degli [[Acido|acidi]], sono disegnate con apposite [[matita|matite]] grasse. In fase di stampa l'[[inchiostro]] litografico aderisce solamente alle parti disegnate, dove trova altro inchiostro, ed è invece respinto dal resto della matrice perché irrorata con acqua.