György Ligeti: differenze tra le versioni

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Nella metà degli anni ‘70 scrisse la sua prima opera lirica, ''Le Grand Macabre'' (da Gheldelrode), un'opera legata al teatro dell'assurdo con molti riferimenti escatologici.
La musica degli anni ‘80 e ‘90 continuò enfatizzando complessi ritmi meccanici, spesso in un linguaggio cromatico meno denso (si possono notare triadi maggiori e quelle minori nonché strutture polimodali).
Particolarmente significativi sono gli ''Études pour piano'' (libro I, 1985; libro II, 1988-94; libro III, 1995-2001) che nascono da fonti diverse come il ''gamelan'', i poliritmi africani, [[Bela Bartok|Bartók]], [[Conlon Nancarrow]] e il pianista jazz [[Bill Evans (pianista)|Bill Evans]].
Altri lavori degni di nota in questa vena sono il ''Trio'' per corno, violino e pianoforte ([[1982]]), il ''Concerto per pianoforte'' (1985-88), il ''Concerto per violino'' ([[1992]]) ed i ''Nonsense-Madrigals'' (su testi di Lewis Carroll, William Brighty Rands e Heinrich Hoffmann) per coro a cappella ([[1988]]–[[1993|93]]).
La più recente composizione di Ligeti è il ''Concerto di [[Amburgo]]'' per [[corno (strumento musicale)|corno]] e orchestra da camera (1998-99, rivisto nel 2003).