André Kertész: differenze tra le versioni

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Interessato alle nuove correnti artistiche americane, decise di accettare l'offerta di Erney Prince dell'agenzia [[Keystone]], trasferendosi insieme alla moglie Elisabeth a [[New York]], nell'ottobre del [[1936]]. All'epoca voleva rimanere solo per un anno di contatto, ma poi prolungò la permanenza fino al termine dei suoi giorni. Il lavoro alla Keystone durò solo un anno, poi tornò ad essere un fotografo ''[[freelance]]''. Le sue immagini non erano ben accette nel panorama fotogiornalistico statunitense, il quale richiedeva uno stile più rigoroso e prettamente didascalico. Proponendo il suo lavoro alla rivista ''Life'', Kertész ottenne come risposta che "le sue immagini dicevano troppo".
 
Suo malgrado si adattò al nuovo stile e lavorò come collaboratore per molte riviste, tra cui ''[[Harper's Bazaar]]'', ''[[Vogue (rivistaperiodico)|Vogue]]'', ''Town and Country'', ''The American House'', ''Coller's'', ''Coronet'', ''Look''. Nel [[1944]] ottiene la cittadinanza statunitense. Nel [[1936]] anche la Francia gli aveva offerto la propria cittadinanza per meriti artistici.
Seguirono molte mostre personali che gli fornirono prestigio a livello mondiale e pubblicazioni che continuarono a susseguirsi edite dalle principali agenzie fotografiche. Ottenne la [[laurea honoris causa]] del [[Bard College]]. Malato e confinato in casa, continuò a fotografare utilizzando un obiettivo [[zoom]] dalla finestra della sua casa affacciata sullo [[Washington Square Park]]. Raccolse le foto nel libro ''From my Window'' (1981), dedicandolo alla moglie Elisabeth morta di cancro nel [[1977]].