Aniene: differenze tra le versioni
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== Antiche leggende ==
== Il corso ==
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A valle di Trevi il fiume scorre in una valle molto incassata ricevendo solo piccoli tributi idrici fra i quali si annovera quello della ''Sorgente dell'Inferniglio'' che gli tributa da destra presso [[Jenne]] con portate variabili da {{TA|{{M|0,1 a 1,6||m3/s}}}}. Dopo avere bagnato [[Subiaco]] la valle s'allarga e giunto ad [[Agosta]] il fiume riceve parte del tributo delle copiose e famosissime Sorgenti dell'Acqua Claudia e dell'Acqua Marcia nel territorio di [[Arsoli]] e [[Marano Equo]], fin dall'epoca romana captate per la maggior parte dall'acquedotto a servizio di Roma (vedere dopo) che vi prende il nome.
== Storia ed economia ==
Anticamente il fiume si chiamava Parensius (Parenzio). Il suo nome attuale è Aniene, in [[lingua latina|latino]] Anio, perché secondo la leggenda [[Anio (mitologia)|Anio]], re della [[Toscana]], volendo perseguitare [[Cetego]], rapitore di sua figlia, nel passare questo fiume vi restò sommerso.
[[File:Digaaniene.jpg|thumb|upright=1.3|Diga sull'Aniene presso Tivoli 1981]]
L'abbondanza e la continuità delle acque che lo alimentano fanno dell'Aniene un fiume di buona portata, che fu infatti utilizzato fin dall'antichità per alimentare [[acquedotti di Roma|acquedotti]], e successivamente come risorsa per la produzione
La captazione delle acque dell'Aniene ha una lunga storia: comincia a metà del [[II secolo a.C.]] con il primo acquedotto fatto costruire (o secondo altri restaurato) dal pretore Quinto Marcio Filippo Rege, al quale fino all'età dei Claudi se ne aggiunsero altri due, sulla stessa direttrice e in alcuni punti sovrapposti o paralleli. Da qui il nome di [[acqua Marcia]] che l'insieme di queste acque assunse e mantiene nell'approvvigionamento idrico di Roma (al quale ancora contribuisce).
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