Architettura neoclassica in Italia: differenze tra le versioni

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In ogni caso, la sua fama è legata essenzialmente al completamento dell'[[Acquedotto Leopoldino]] di [[Livorno]], che era stato avviato nel 1793 da [[Giuseppe Salvetti]]. Qui realizzò opere straordinariamente vicine a quelle dell'architettura di [[Claude-Nicolas Ledoux]],<ref>D. Matteoni, ''Pasquale Poccianti e l'acquedotto di Livorno'', Roma - Bari 1992.</ref> come il [[Cisternone (Livorno)|Cisternone]] (1829-1842), il serbatoio posto al termine del percorso delle condotte e caratterizzato da una "[[Architettura rivoluzionaria|rivoluzionaria]]" semicupola decorata a cassettoni. Per l'acquedotto progettò inoltre altre due cisterne, ovvero il [[Cisternino di Pian di Rota|serbatoio di Pian di Rota]] e il cosiddetto [[Cisternino di città]]. Nel complesso si tratta di edifici dalle volumetrie chiare e contrastanti, dove alle influenze francesi si somma l'evidente conoscenza delle [[terme romane|architetture termali romane]] e della tradizione toscana del [[XIV secolo]] (quest'ultima riscontrabile nelle strette finestre a feritoia aperte lungo i massicci corpi di fabbrica dei serbatoi).
 
La Toscana del primo Ottocento presenta un panorama architettonico assai vivace, forse a causa degli intensi scambi culturali con l'estero e la Francia in particolare, con molte figure di rilievo: Luigi De Cambray Digny, autore della [[chiesa dei Santi Pietro e Paolo (Livorno)|chiesa dei Santi Pietro e Paolo]] a Livorno, in cui i modelli classici furono filtrati attraverso l'[[architettura rinascimentale]], in quello che la critica ha identificato come "Classicismo Romantico",<ref>G. Morolli, ''L'architettura: dal Rinascimento all'età moderna'', in ''I Luoghi della Fede. Livorno, la Val di Cornia e l'Arcipelago'', Calenzano 2000, pp. 52-53.</ref> della [[Loggia Reale]] a Firenze e della [[Chiesa di Santa Maria Assunta (Montecatini Terme)|chiesa dell'Assunta]] a [[Montecatini Terme]]; Cosimo Rossi Melocchi, studioso dell'architettura romana, che a [[Pistoia]] restaurò il [[Teatro Manzoni (Pistoia)|teatro dell'Accademia dei Risvegliati]] ed edificò un [[Pantheon per glidegli uomini illustri]]; Giuseppe Valentini, autore della canonica di [[Basilica di Santa Maria delle Carceri|Santa Maria delle Carceri]] a [[Prato]]; Alessandro Manetti che realizzò la [[Mura Leopoldine|cinta daziaria]] di Livorno, alcuni [[ponte sospeso|ponti sospesi]] e altre opere d'ingegneria; Carlo Reishammer, autore di sorprendenti progetti che ebbero per protagonista la ghisa, come la [[Chiesa di San Leopoldo (Follonica)|chiesa di San Leopoldo]] a [[Follonica]] e la [[Porta San Marco (Livorno)|Porta San Marco]] a Livorno, in cui sembra richiamare, anch'esso, alcuni stilemi dell'architettura di Ledoux.<ref>C. Cresti, L. Zangheri, ''Architetti e ingegneri nella Toscana dell’Ottocento'', Firenze 1978.</ref>
 
Di formazione romana era invece il [[Siena|senese]] [[Agostino Fantastici]] (1782-1845), che probabilmente aveva frequentato l'[[Accademia di San Luca]] e aveva studiato sotto [[Raffaele Stern]]. Rientrato nella propria terra d'origine, fu autore di numerosi interventi di architettura civile e religiosa. Fu profondamente influenzato dal [[Giovanni Battista Piranesi|Piranesi]], dal quale trarrà un campionario decorativo riscontrabile in molte sue opere, sia nel campo dell'architettura che nel disegno di mobili.<ref>{{cita web|autore=Martina Dei|url=http://www.cisui.unibo.it/annali/10/testi/10Dei_frameset.htm|titolo=L'opera dell'architetto senese Agostino Fantastici nell'Aula Magna storica dell'Università: il caso della 'promozione della residenza' per i professori|accesso=12 novembre 2014}}</ref>