Imitazione di Cristo: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
ValterVBot (discussione | contributi)
m →‎Note: Sostituzione template reference, replaced: {{references}} → <references/>
ZimbuBot (discussione | contributi)
m WPCleaner v1.42 - Disambigua corretto un collegamento - Sapere
Riga 73:
{{citazione|quando verrà per noi il [[giorno del Giudizio]], non ci sarà domandato che cosa avremo letto, ma che cosa avremo fatto, né con quanta dottrina o eleganza avremo parlato, ma quanto santamente avremo vissuto.|Libro Primo del "De imitatione Christi"}}
 
Già l'anti-intellettualismo del sapiente [[Salomone|Re Salomone]] presente nell'[[Antico Testamento]] sulla "vanità delle vanità", sul sapere come vanità esso stesso, è, a questo proposito, un precedente senso che apre la strada a una critica cristiana del [[sapere]] e della [[conoscenza]], ma che non va intesa come un ritorno all'[[oscurantismo]] o a una [[apologia]] dell'[[ignoranza]], anche se questo pericolo di interpretazione scorretta è sempre in agguato, quanto piuttosto come avviso su come il sapere stesso possa condurre al non-sapere, al di là dei suoi intenti propositivi.
 
Questo tipo di critica all'intellettualismo, più che al sapere in se stesso, non è patrimonio esclusivo della tradizione biblica e cristiana, ma, anche se con ben altre argomentazioni, ha sostenitori anche in autori che con la tradizione ebraica-cristiana sono in aperta rottura, come il filosofo tedesco dell'Ottocento [[Friedrich Nietzsche]].