Campiglia dei Berici: differenze tra le versioni

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Il castello sorgeva a nord dell'abitato, poco lontano dall'antica chiesa parrocchiale di San Pietro, nella località ancora denominata "le Motte"<ref>Nella parlata vicentina il termine significa "mucchi"; "cumuli"; nel caso di Campiglia il toponimo è forse dovuto al fatto che le rovine del castello per lungo tempo rimasero ammucchiate sul posto; oppure all'alzato naturale o artificiale della base dello stesso castello</ref>. Secondo il Pagliarino - cui fa eco il [[Francesco Barbarano de' Mironi|Barbarano]] - esso sarebbe stato distrutto prima del 1194 dato che nello stesso anno il castello di [[Cologna Veneta|Cologna]] sarebbe stato costruito «con le ruine del castello di Campiglia»<ref>Gli atti relativi si trovano nella Biblioteca Bertoliana di Vicenza, Raccolta Vigna, vol. XII, p. 213</ref>, notizia però non affidabile, perché pochi anni dopo il castello di Campiglia ricompare esistente e in stato di efficienza<ref name = CCampiglia />.
 
All'inizio del XIII secolo la Chiesa vicentina, strangolata dai debiti contratti presso gli usurai, fu costretta a vendere buona parte dei suoi beni; tra questi erano compresi anche il castello e l'intera villa di Campiglia, che nel 1207 furono venduti dal vescovo Uberto II ai canonici della cattedrale di Vicenza<ref>I quali per poter acquistare Campiglia avevano ceduto ai [[Bissari]] [[Sovizzo]], che pure avevano acquistato dal vescovo nel 1205</ref>. Pochi anni dopo, nel 1217, il castello di Campiglia fu venduto al nobile vicentino Pace fu Giovanni Repeta<ref>Dell'atto notarile, che aveva visto, il [[Giambattista Pagliarino|Pagliarino]] scrive che «si contiene in un certo autentico instrumento scritto per Bello figliolo di Alessandro de' Belleli notaro del Sacro Palazzo, il qual instrumento è appresso il nobile Manfredo Repeta et io Battista Pagliarino l'ho veduto et letto, qualmente nel 1217 li canonici vicentini con tutto il loro Capitolo per predo di 10.000 lire veronesi venderono al nobile Pace figliolo di Giovanni Repeta il castello et tutta la villa di Campiglia» (''Croniche di Vicenza'', VI, p. 280). L'atto, rogato dal notaio Bello figlio di Alessandro, è nella raccolta Vigna (vol. XII, p. 284) della Biblioteca Bertoliana di Vicenza.</ref>.
 
Forse per il fatto che la famiglia Repeta era allineata su posizioni guelfe, il castello di Campiglia fu probabilmente preso da Ezzelino intorno al 1242; la distruzione definitiva avvenne durante le lotte padovano-veronesi successive al passaggio di Vicenza sotto la signoria scaligera nel 1311.