Ducato di Trento: differenze tra le versioni

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{{Provincia storica
 
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Il '''Ducato di [[Trento]]''' fu uno dei [[Ducati longobardi|ducati]] istituiti dai [[Longobardi]] in [[Italia]]. Trento fu probabilmente tra le prime città a cadere sotto il dominio dei Longobardi guidati da [[Alboino]], nel corso dell'invasione del [[568]]-[[569]]. La costituzione del ducato risale, con ogni probabilità, a quegli stessi anni, forse già nel tardo 568 (ma la penetrazione tra le montagne deve essere stata assai lenta). Fu tra i più importanti ducati della [[Langobardia Maior]] anche in virtù della sua posizione strategica a ridosso dei valichi alpini. Alla sua massima estensione il ducato comprendeva l'attuale Trentino (eccetto il Primiero e la Val di Fassa) e una parte dell'odierno Alto Adige (da [[Merano]] a [[Bolzano]] e fino a [[Sabiona]] - [[Bressanone]]). Diversi duchi di Trento giocarono un ruolo di primo piano nella storia del [[regno longobardo]]; spiccano [[Ewin]], durante il [[Periodo dei Duchi]], e l'usurpatore [[Alachis]].
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==Storia==
===Il VI secolo===
[[Paolo Diacono]] (che aveva utilizzato per narrare le vicende dei primi decenni dei Longobardi in Trentino le cronache di [[Secondo di Non]]<ref>Secondo di Non, ''Succinta de Langobardorum gentis historiola''</ref>) non indica la data esatta della costituzione del ducato, ma essa deve probabilmente collocarsi nel primo periodo dell'occupazione longobarda dell'Italia nord-orientale (568-569), {{cn|anche se vi è chi sostiene che forse il Ducato di Trento fosse sottomesso al Ducato di Verona, ove nel primo periodo vi era anche la corte reale longobarda}}. Il ducato rivestì comunque fin dalla fondazione un ruolo politico di primaria importanza: lo stesso storico longobardo cita il duca [[Ewin]] tra i cinque più importanti dei trentacinque tra i quali, durante il [[Periodo dei Duchi|periodo di interregno]] che vide i Longobardi privi di un re ([[574]]-[[584]]), fu ripartito collettivamente il potere<ref>Paolo Diacono, [[s:la:Historia Langobardorum - Liber II|II, 32]].</ref>. Ai tempi di Ewin il ducato subì un'incursione dei [[Franchi]], che riuscirono a occupare il castello di Non (di collocazione incerta, forse proprio a Nanno in Val di Non) e la stessa Trento, prima di essere ricacciati dal duca. Una nuova incursione franca fu registrata poco più tardi, nei primi anni del regno di [[Autari]], quando gli invasori devastarono numerosi castelli del [[Trentino]] e ne deportarono gli abitanti, poi rimpatriati - dietro al pagamento di un forte riscatto - dopo l'ascesa al trono di [[Agilulfo]], grazie all'intercessione del vescovo Agnello.
 
Ai tempi di Ewin il ducato subì un'incursione dei [[Franchi]], che riuscirono a occupare il castello di Non (di collocazione incerta, forse proprio a Nanno in Val di Non) e la stessa Trento, prima di essere ricacciati dal duca. Una nuova incursione franca fu registrata poco più tardi, nei primi anni del regno di [[Autari]], quando gli invasori devastarono numerosi castelli del [[Trentino]] e ne deportarono gli abitanti, poi rimpatriati - dietro al pagamento di un forte riscatto - dopo l'ascesa al trono di [[Agilulfo]], grazie all'intercessione del vescovo Agnello.
 
Alla morte di Ewin (circa 595), sul trono ducale salì [[Gaidoaldo]], del quale Paolo Diacono sottolinea la fede [[Chiesa cattolica|cattolica]]<ref>Paolo Diacono, [[s:la:Historia Langobardorum - Liber IV|IV, 10]].</ref>. La notazione è di particolare interesse, perché il ducato sarebbe diventato in seguito, in particolare sotto [[Alachis]], uno degli epicentri della ribellione tradizionalista, anticattolica e filo-[[Arianesimo|ariana]] nella Langobardia Maior orientale (l<nowiki>'</nowiki>[[Austria (Longobardi)|Austria]]). Già lo stesso Gaidoaldo, tuttavia, assunse atteggiamenti di fronda contro Agilulfo, associandosi al [[duca del Friuli]] [[Gisulfo II del Friuli|Gisulfo II]]. Il dissidio, comunque, venne appianato nel [[602]]. Gaidoaldo riuscì a espandere il ducato verso ovest, occupando l'intera [[Valsugana]] fino al [[Cismon]], e le valle del Chiese e del Sarca, eccetto Riva, probabilmente entrata a far parte del [[demanio regio]].