Roberto Sanseverino d'Aragona: differenze tra le versioni

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Nell'autunno [[1476]] combatté nel ducato di Savoia contro le truppe comandate dal duca di Borgogna [[Carlo il Temerario]], mettendo a sacco [[Santhià]] e [[San Germano Vercellese]]. Ma a dicembre fu costretto a rientrare in fretta a Milano dove il duca [[Galeazzo Maria Sforza]] era stato assassinato. Durante la reggenza del ducato di [[Bona di Savoia]], madre di Gian Galeazzo Maria, entrò in contrasto con [[Cicco Simonetta]], consigliere della reggente, il quale non gli rinnovò il contratto di condotta e che per questo motivo divenne poi inviso al partito ghibellino. [[Ludovico Sforza]], con l'aiuto del fratello [[Sforza Maria Sforza|Sforza Maria]], tentò di opporsi alla reggenza di Bona e cercarono di sconfiggere il Simonetta con le armi, ma fu costretto all'esilio; anche il Sanseverino fuggì, si rifugiò ad [[Asti]] e da qui in Francia; condannato in contumacia alla decapitazione, gli furono confiscati i beni a favore di [[Ercole I d'Este]].
 
Divenne quindi [[capitano generale]] della [[Repubblica di Genova]] che difese dall'attacco dei milanesi ([[1478]]). In Lunigiana venne raggiunto da Sforza Maria e da Ludovico Sforza fuggiti dall'esilio e che con l'appoggio del re di Napoli cercavano di fare rientro in Milano. Nel settembre [[1479]] entrò in Milano, a seguito della riconciliazione di Ludovico Sforza con la duchessa Bona; gli vennero restituiti i suoi beni ed ebbe in feudo [[Lugano]], [[Balerna]] e [[Mendrisio]]. Venne chiamato a far parte del consiglio ducale, fino al [[1481]], quando ebbe dei dissapori col nuovo duca.
 
Finalmente nel 1482 venne assoldato da Venezia: tra la primavera e l'estate di quell'anno fu impegnato nella lunga ed estenuante [[guerra di Ferrara (1482-1484)|guerra contro Ferrara]] istigata da [[Girolamo Riario]], signore di Forlì, con l'appoggio di [[papa Sisto IV]]: in maggio le truppe veneziane, guidate da Roberto di San Severino, attaccarono il [[Ducato di Ferrara]] da nord, conquistando il territorio di [[Rovigo]], saccheggiando [[Comacchio]] e assediando [[Ficarolo]] (che capitolò il 29 giugno). Inoltre, partendo da Ravenna, attaccarono da sud-est, prendendo Argenta e risalendo il Po di Primaro dalla foce. In novembre i veneziani arrivarono sotto le mura di Ferrara che era stretta d'assedio. La situazione militare mutò radicalmente in dicembre quando [[Papa Sisto IV]], su pressione di Lodovico il Moro, duca di Milano, che temeva che la Serenissima sarebbe divenuta troppo potente e quindi pericolosa per il Ducato di Milano, mutò alleanza e si rappacificò con l'Este per combattere i veneziani. Con la pace di Bagnolo, del 7 agosto [[1484]], Venezia mantenne quasi tutti i possedimenti conquistati; il Sanseverino fu eletto capitano generale della Lega italiana per nove anni; gli furono dati una condotta di 600 lance ed uno stipendio annuo di 120000 ducati (6000 a carico del pontefice, 8000 del re di Napoli, 50000 di Venezia, 50000 del duca di Milano e 6000 di Firenze). Gli furono restituiti i beni confiscati nel Regno di Napoli e nel Milanese; al figlio Giovan Francesco fu assegnata la contea di Caiazzo.