Wilhelm Keitel: differenze tra le versioni

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Hitler, che pure aveva assunto personalmente la carica di comandante supremo delle forze armate, non sapeva nulla di tattica e strategia militare e non voleva sentir parlare di ritirata, nemmeno quando questa fosse l'unica soluzione ragionevole. Questa sua ostinazione sul lungo periodo avrebbe comportato per la Germania perdite umane ingenti, che avrebbero potuto essere evitate con una condotta di guerra più accorta. Ci fu tuttavia un'occasione in cui questo fedele esecutore delle direttive hitleriane avanzò delle obiezioni.
 
Nel dicembre [[1941]], Keitel, pressato dai comandanti militari impegnati nella [[Operazione Barbarossa|campagna di Russia]], osò per la prima e unica volta nella sua carriera opporsi a una decisione del Führer, proponendo che le truppe sfinite e male equipaggiate si ritirassero dalle posizioni davanti a [[Mosca (Russia)|Mosca]] per ricostituire un fronte più solido diversi chilometri indietro, in attesa che fosse possibile riprendere l'offensiva dopo la fine dell'inverno. Hitler lo aggredì con un "''Lei è un imbecille''", che lo portò a un passo dal [[suicidio]]. Pare che il generale Jodl lo avesse trovato intento a scrivere una lettera di dimissioni al capo del governo con una [[rivoltella]] posata al suo fianco. Jodl gli sottrasse la pistola e lo convinse, sembra senza incontrare troppa resistenza, a rinunciare ai suoi orgogliosi propositi per continuare ad ingoiare le umiliazioni quotidiane impostegli da quel capo dispotico, cosa che Keitel continuò poi stoicamente a fare fino alla fine.
[[File:Wilhelm Keitel Kapitulation.jpg|thumb|right|Keitel che firma la capitolazione tedesca agli alleati.]]
Nel dicembre [[1941]], Keitel, pressato dai comandanti militari impegnati nella [[Operazione Barbarossa|campagna di Russia]], osò per la prima e unica volta nella sua carriera opporsi a una decisione del Führer, proponendo che le truppe sfinite e male equipaggiate si ritirassero dalle posizioni davanti a [[Mosca (Russia)|Mosca]] per ricostituire un fronte più solido diversi chilometri indietro, in attesa che fosse possibile riprendere l'offensiva dopo la fine dell'inverno. Hitler lo aggredì con un "''Lei è un imbecille''", che lo portò a un passo dal [[suicidio]]. Pare che il generale Jodl lo avesse trovato intento a scrivere una lettera di dimissioni al capo del governo con una [[rivoltella]] posata al suo fianco. Jodl gli sottrasse la pistola e lo convinse, sembra senza incontrare troppa resistenza, a rinunciare ai suoi orgogliosi propositi per continuare ad ingoiare le umiliazioni quotidiane impostegli da quel capo dispotico, cosa che Keitel continuò poi stoicamente a fare fino alla fine.
 
Keitel svolse un ruolo importante nello sventare il complotto del 20 luglio [[1944]] contro Hitler. Dopo il suicidio del Fuhrer, il 30 aprile [[1945]], fu per breve tempo membro del governo dell'ammiraglio [[Karl Dönitz]].