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Nonostante avesse iniziato ad insegnare ad un'età così giovane, riconobbe la necessità di completare la propria istruzione. Frequentando le scuole filosofiche, specialmente quella di [[Ammonio Sacca]], che fu anche maestro di [[Plotino]], si dedicò allo studio dei filosofi, in particolare di [[Platone]] e degli [[Stoicismo|Stoici]]. In questo non faceva altro che seguire le orme dei suoi predecessori [[Panteno]] e Clemente. In seguito, quando quest'ultimo mise a disposizione della scuola catechetica le sue opere, imparò l'[[lingua ebraica|ebraico]], e si mise in contatto con alcuni ebrei che lo aiutarono a risolvere alcuni suoi dubbi. Verso il [[210]], il suo estremo rigore ascetico nel seguire le Sacre Scritture lo portò forse ad [[evirazione|evirarsi]], pratica non del tutto sconosciuta nel cristianesimo delle origini. Secondo alcuni autori, per questa automutilazione il [[vescovo]] Demetrio non lo volle mai ordinare [[sacerdote]]<ref>{{cita libro|cognome= Quasten|nome= Johannes|titolo= Patrologia. I primi due secoli (II - III)|anno=1980 |editore= Marietti|p=316}}</ref>.
 
Il corso dei suoi lavori ad Alessandria fu interrotto da cinque viaggi. Intorno al [[213]], sotto [[papa Zefirino]] e l'imperatore [[Caracalla]], desiderò vedere "l'antichissima Chiesa di Roma" (Eusebio, ''Storia ecclesiastica'', VI, XIV). Poco dopo fu invitato dal governatore d'[[Arabia (provincia romana)|Arabia]], che era desideroso di incontrarlo (VI, XIX). Fu probabilmente nel [[215]] o [[216]], quando la persecuzione di Caracalla imperversava in [[Egitto]], che visitò la [[Palestina]], dove [[Teoctisto di Cesarea in Palestina|Teoctisto]] di [[Arcidiocesi di Cesarea di Palestina|Cesarea]] e [[Alessandro di Gerusalemme]], lo invitarono a predicare nonostante fosse ancora un [[laicismo|laico]]. Verso il [[218]] l'imperatrice Mammea[[Giulia Mamea]], madre di [[Alessandro Severo]] lo portò ad [[Antiochia di Siria|Antiochia]] (VI, XXI). Finalmente, molto più tardi, sotto [[Papa Ponziano|Ponziano di Roma]] e Zebino di Antiochia (Eusebio, VI, XXIII), si recò in [[Grecia]].
Al suo passaggio a [[Cesarea marittima|Cesarea]], Teoctisto<ref>{{cita libro
|cognome= Cattaneo