Léonie La Fontaine: differenze tra le versioni
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[[File:Léonie La Fontaine.jpg|thumb|Léonie La Fontaine (1900)]]
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==Biografia==
Meno conosciuta al grande pubblico di suo fratello [[Henri La Fontaine]], fu [[femminismo|femminista]] e [[pacifismo|pacifista]] impegnata nella scena internazionale, consacrò la sua vita a queste due lotte attraverso la ''Ligue belge du droit des femmes'', il ''Conseil national de Femmes belges'' e successivamente la ''Ligue internationale des Femmes pour la Paix et la Liberté''.<ref> [https://www.google.com/culturalinstitute/beta/exhibit/une-figure-de-l-histoire-du-f%C3%A9minisme-en-belgique/QQ8AfJxE?hl=fr Une figure de l'histoire du féminisme en Belgique], Google Arts & Culture</ref>
Molto vicina al progetto del [[Mundaneum]], iniziato da [[Paul Otlet]] e dal fratello Henri La Fontaine, nel 1909 fondò l'''Office central de documentation féminine''. Per la ''Ligue'', organizzò una biblioteca per facilitare l'orientamento delle ragazze nelle loro scelte professionali. Le sue lotte non si allontanarono mai dalla documentazione. È per questa ragione che, dopo la sua morte, una consistente
== Origini del suo impegno ==
L'impegno di questa personalità fuori dal comune si focalizza intorno a due tematiche principali e complementari: la difesa della donna e la realizzazione della pace universale. L'influenza dell'ambiente famigliare aiuta a comprendere il cammino intellettuale di questa femminista belga già dall'inizio. Sua madre, Louise Philips, aveva coscienza del suo valore, anche se donna, in una società conservatrice poco aperta al rimettere in gioco i propri schemi tradizionali. La donna del focolare costituisce l'asse principale. Avida di progresso e cambiamento, questa donna non si conforma. Molto acculturata, organizza presso casa sua un salone di discussione. I suoi figli, Henri e Léonie, si aprono allora alle idee progressiste. Al momento della sua morte, nel 1899, la Ligue, il primo organo del femminismo belga, le rende omaggio. <ref>La Ligue, Nécrologie, n°2, aprile 1899, p.72</ref>.
== La questione Marie Popelin ==
Il femminismo si struttura in Belgio
Il procuratore generale Van Schoor,
{{Citazione|le esigenze e le suggestioni della maternità, l’educazione che la donna da ai suoi bambini, la direzione delle sue attività a casa e il suo focolare confidano nelle sue cure, la mettono nelle condizioni poco conciliabili con i doveri della professione di avvocato e non li danno né dei piaceri, né la forza, né le attitudini necessarie ai lotte e alle fatiche dell’avvocatura.}}
Da allora,
== Esperienza politica ==
Il periodo del dopo
Però, le donne diventano eleggibili a tutti i livelli per le elezioni del 1921. Fanno anche la loro entrata alla Camera (Lucia Dejardin, Isabelle Blume et Alice Degeer-Adère) e al Senato (Marie Spaak-Janson)<ref>Eliane Gubin, Leen Van Molle, ''Femmes et politique en Belgique'', Editions Racine, Bruxelles, 1998, pp. 34-36</ref>. Una parte tenta di strutturarsi intorno alle rivendicazioni femministe, le ''Parti Général des Femmes Belges''
== Dediche e Riconoscimenti ==
L'Università delle Donne (''Université des Femmes''), associazione francofona per la promozione degli [[studi di genere
== Bibliografia ==▼
▲Bibliografia
* Stéphanie Manfroid, Léonie La Fontaine (1857-1949): une femme dans l'aventure documentaire, dans AIDA informazioni, Associazione Italiana Documentazione Avanzata, no 1/2003, Roma, p. 39-45.
* Stéphanie Manfroid, Une femme entre deux utopies: Léonie La Fontaine (1857-1949), dans Utopies du lieu commun, le mythe comme lieu commun de la tradition et de la création. Saint Georges et le dragon, no 95-96-97, Mons, 2000, p. 157-168.
* Eliane Gubin, Leen Van Molle, Femmes et politique en Belgique, Éditions Racine, Bruxelles, 1998, 402 pages.
* Eliane Gubin, Dictionnaire des femmes belges XIXe et XXe siècles, Racine, Bruxelles, 2006.
== Note ==
<references/>
== Altri progetti ==
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{{Portale|biografie|politica}}
[[categoria:persone legate al femminismo]]
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