Kirbogha: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m Bot: fix sezioni standard |
m ., replaced: Mossul → Mosul (12) |
||
Riga 14:
|Nazionalità =
|Categorie = no
|FineIncipit = è stato [[Atabeg]] di [[
| Immagine = Kerbogha_Antiochie.jpg
|PreData = in {{arabo|كربغا}}, in [[lingua turca|turco]] ''Kürboğa''<ref>Cioè "Toro ", da ''Kür'', "?" e ''bogha'' "toro".</ref>
Riga 22:
Era un [[mamelucco]], cioè uno schiavo di origine [[Transcaucasia|transcaucasica]] o est-europea, per lo più non musulmano, addestrato all'uso delle armi.
Kirbogha fece carriera durante il regno ([[1072]]-[[1092]]) del sultano [[selgiuchide]] [[Malik Shah I]], che gli affidò incarichi sempre più delicati sino a diventare un alto ufficiale del sultano. Dopo la sua morte, passò al servizio del figlio, [[Mahmud I (selgiuchide)|Mahmud I]] ([[1092]]-[[1094]]) e, alla morte di questi, del fratello [[Barkiyaruq]] ([[1094]]-[[1105]]): questi nel [[1094]] lo inviò ad aiutare [[Aq Sunqur al-Hajib]], che, dopo aver occupato [[
Dopo la morte di Aq Sunqur al-Hajib, sul campo di battaglia, Kirbogha rimase a
Dato che la [[Jazira]], la regione di cui
{{vedi anche|assedio di Antiochia (1098)}}
Nella primavera del [[1098]], il governatore della città di [[Antiochia]] (assediata dall'esercito [[crociato]]), il [[selgiuchide]] [[Yaghisiyan]], dopo aver invano chiesto soccorso ai sultani di [[Aleppo]], [[Ridwan ibn Tutush|Ridwān]], e [[Damasco]], [[Duqaq I|Duqāq]]<ref>I due sultani, [[Ridwan ibn Tutush|Ridwān]] di [[Aleppo]] e Duqaq I di [[Damasco]], erano fratelli, figli del sultano di Siria, [[Tutush I]], ma erano acerrimi nemici e si combatterono per tutta la vita.</ref>, decise di rivolgersi all'Atabeg più potente della Siria, all'[[Atabeg]] di [[
I difensori di Antiochia, non vedendo arrivare a metà maggio gli aiuti sperati, cominciarono a disperare di salvarsi, mentre nello stesso mese di maggio ai capi crociati era giunta voce che l'armata musulmana di Kirbogha si stava dirigendo verso Antiochia, per cui un certo numero di crociati, ritenendo la loro situazione molto debole<ref>I crociati avevano impiegato oltre sei mesi a portare a termine l'assedio e i difensori sino ad allora avevano potuto fare entrare in città le derrate alimentari necessarie, mentre con delle sortite riuscivano anche a intercettare i convogli che le portavano ai crociati. La prospettiva ora era quella di venire accerchiati.</ref> e dando per scontata la sconfitta contro l'armata di Kirbogha, tra la fine di maggio ed i primi di giugno disertò.<ref>Tra coloro che disertarono vi fu anche [[Stefano II di Blois]], il quale, lasciata Antiochia il 2 giugno, a metà giugno, mentre era sulla strada del ritorno a casa incontrò il [[basileus]] [[Alessio I Comneno]] che arrivava in soccorso dei crociati con le sue truppe, e gli riferì che la situazione era disperata convincendolo a tornarsene a Costantinopoli.</ref>. Ma il 3 giugno i crociati, guidati da [[Boemondo I d'Antiochia|Boemondo d'Altavilla]], che era riuscito a convincere Firuz, un responsabile musulmano<ref>Firuz, secondo lo storico del XII secolo, [[Ibn al-Athir]], era un fabbricante di corazze, addetto alla difesa delle torri, di origine [[armena]] e di religione [[musulmana]], che voleva vendicarsi di [[Yaghisiyan]] perché lo aveva accusato di praticare il mercato nero e quindi gli aveva inflitto una pesante ammenda.</ref> di una delle torri (la ''Torre delle due Sorelle'') della città a farli passare da una finestra della torre, erano entrati in [[Antiochia]], occupandola tutta, meno la cittadella a sud della città, che era difesa da una guarnigione comandata da Shams al-Dawla, figlio di Yaghisiyan, fuggito nella notte del 3 giugno.
Riga 35:
Il 5 giugno Kirbogha arrivò in vista della città, si accampò a otto miglia dalla città al ''Ponte di ferro'' e in tre giorni completò l'accerchiamento. Nel frattempo alcuni emiri dell'armata musulmana si erano recati nella cittadella e alle domande di Shams al-Dawla, erede di Yaghisiyan, incolparono Kirbogha per il ritardo nell'arrivo dell'armata, assegnandogli tutti i difetti possibili: arrogante, pretenzioso, incapace e vigliacco. A parte la questione del ritardo dei soccorsi, gli emiri erano sobillati dal sultano di Damasco, [[Duqaq I|Duqāq]], il quale aveva raggiunto l'armata, ma aveva timore che, se Kirbogha avesse vinto la battaglia, tutta la Siria sarebbe caduta sotto la sua autorità ed in poco tempo aveva convinto gli altri che il loro vero nemico era Kirbogha. Inoltre Kirbogha aveva sollevato dall'incarico Shams al-Dawla, che tentava di mettere pace tra le varie fazioni.
I crociati erano sì difesi dalle mura di Antiochia, ma non ricevevano rifornimenti e così altri nobili abbandonarono i loro compagni. Per la prima volta, tuttavia, essi si dettero un comando unificato e scelsero come capo [[Boemondo d'Altavilla]], il quale decise di affrontare gli assedianti in campo aperto<ref>Fu deciso il giorno 28 giugno, dopo che il 14 era stata ritrovata la reliquia della [[Sacra Lancia]] (ritenuta la lancia con cui [[Longino]] aveva trafitto il costato di [[Gesù]]), che aveva ridato entusiasmo al campo crociato. Lo storico [[Curdi|curdo]] del [[XII secolo]] [[Ibn al-Athir]] riferisce che il monaco [[Pietro Bartolomeo]], che sosteneva di avere avuto una visione di dove la lancia si trovava, in effetti l'aveva sotterrata lui stesso.</ref>. Il 28 giugno, l'esercito crociato uscì dalla città e passò il ponte sull'[[Oronte]] per posizionarsi a nord della città, senza che Kirbogha intervenisse. Oltre alle truppe siriache di
Tornato a
==Note==
Riga 43:
==Bibliografia==
* William B. Stevenson, "La prima crociata", in ''Storia del Mondo Medievale'', vol. IV (La riforma della chiesa e la lotta fra papi e imperatori) 1999, cap. XX, pp.
* [[Amin Maalouf]], ''Le crociate viste dagli arabi'', Società editrice internazionale, Torino 1989, pp.
==Voci correlate==
* [[Abbasidi]]
* [[Selgiuchidi]]
* [[crociati]]
* [[Prima crociata]]
* [[Crociata]]
* [[Storia dell'Islam]]
* [[Omayyadi]]
* [[Fatimidi]]
{{Portale|biografie|crociate|islam|Medioevo|storia}}
|