Storia dell'islam nell'Italia medievale: differenze tra le versioni

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=== Situazione sociale ===
La popolazione crebbe grazie all'immigrazione di musulmani provenienti da Africa, Asia e Spagna: essi trovavano in Sicilia una posizione privilegiata rispetto agli abitanti originari che erano costretti alla conversione per migliorare lo status sociale. Gli Aghlabidi portarono importanti riforme economiche e produttive. Palermo nel X secolo divenne la città più popolosa in Italia, con 300&nbsp;000 - 350&nbsp;000 abitanti.<ref>Lemma «PalarmBalarm», in: ''The [[The Encyclopaedia of Islam]]'' ([[Francesco Gabrieli|F. Gabrieli]]), sulla scorta di una ponderata valutazione di [[Michele Amari]] nella sua ''Storia dei Musulmani di Sicilia''.</ref>
 
Ai cristiani che sopravvissero alla guerra d'invasione, era concesso lo status di [[Dhimmitudine|dhimmi]]. Tale status implicava degli obblighi (quasi sempre rimasti teorici)<ref>Si veda [[H.A.R. Gibb]], "The fiscal rescript of ʿUmar II", in: ''Arabica'', 1 (1955), pp. 1-16.</ref> come il contrassegnare con appositi simboli i propri abiti e le proprie case e pagare tasse più alte rispetto ai musulmani (la ''[[zakat]]'' era più lieve della ''[[jizya]]'' e dell'eventuale ''[[kharaj]]''); ai cristiani non era concesso di occupare ruoli sociali che implicassero potere sui musulmani o possedere case più alte delle loro; sul piano religioso non era concesso edificare nuove chiese, suonare le campane ed effettuare processioni, nonché leggere la [[Bibbia]] dove si poteva essere uditi da musulmani; il bere pubblicamente alcolici non era consentito. Per i cristiani poi vi era l'obbligo di alzarsi in piedi ogni qual volta un musulmano entrava in una stanza e ceder loro il passo; sul piano della difesa personale, ai cristiani non era consentito indossare armi e avere un [[cavallo]] o montare su di un [[mulo]]; sul piano delle libertà sociali, all'uomo cristiano non era consentito sposare una musulmana, mentre un uomo di fede islamica poteva liberamente sposare una cristiana. Alla donna cristiana non era consentito entrare ai bagni pubblici se vi si trovavano donne islamiche: ciò era molto umiliante in quanto, prima dell'occupazione islamica, erano le [[prostituzione|prostitute]] a non poter frequentare i bagni pubblici in presenza di donne di altra estrazione. A questo si aggiungevano le usuali privazioni che all'epoca un popolo occupante imponeva ad un popolo sottomesso.