Vincenzo Baccalà: differenze tra le versioni

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Arrestato dalla [[polizia]] [[Storia dell'Italia fascista|fascista]] nel 1925, Baccalà viene rilasciato l'anno seguente e fugge in [[Francia]] con la famiglia. Nel 1927, in [[contumacia]], viene condannato a dodici anni di reclusione dal [[Tribunale speciale per la difesa dello Stato (1926-1943)|Tribunale speciale per la difesa dello Stato]].<ref>Adriano Dal Pont, Simonetta Carolini, ''L'Italia dissidente e antifascista. Le ordinanze, le Sentenze istruttorie e le Sentenze in Camera di consiglio emesse dal Tribunale speciale fascista contro gli imputati di antifascismo dall'anno 1927 al 1943'', Milano 1980 (ANPPIA/La Pietra), vol. I, p. 144</ref> Nel [[1931]], seguendo le direttive del partito, emigra in [[Unione Sovietica]] stabilendosi prima a [[Novorossijsk]], poi a [[Odessa]] e infine a [[Mosca (Russia)|Mosca]].
 
Nel 1933, per aver espresso critiche alla politica di [[Iosif Stalin|Stalin]], viene espulso dal partito, costretto ad allontanarsi e ad abbandonare la famiglia. Nel 1937 è arrestato ed accusato di attività controrivoluzionaria. [[Pena di morte|Condannato a morte]] per [[trotskismo|trockismo]] da una commissione OSO<ref>L'OSO, ''Osoboe Soveščanie'' (letteralmente: Conferenza speciale), era una commissione amministrativa, extragiudiziale, formata da tre membri, competenti per territorio: il segretario del partito, il responsabile della [[Narodnyj komissariat vnutrennich del|NKVD]] ed il procuratore. Venne largamente utilizzata, per ''velocizzare'' le condanne durante le [[Grandi purghe|purghe staliniane]] degli [[Anni 1930|anni trenta]].</ref>, viene fucilato, nello stesso anno, a quarantaquattro anni. Nel 1956, dopo la denuncia dei crimini staliniani fatta da [[Nikita Sergeevič Chruščёv|Chruščёv]] al [[XX Congresso del Partito Comunista dell'Unione Sovietica|XX Congresso del PCUS]], viene [[Riabilitazione post mortem|riabilitato]].
 
==Note==