Chiesa madre (Poggioreale): differenze tra le versioni

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La costruzione si è protratta per ben 40 anni e per la sua realizzazione intervennero [[Francesco Maresca]], che vi lavorò realizzando le fondamenta e la parte basamentale nonché i due chiostri minori, fino al [[1821]] quando subì una paralisi; poi dopo una fase di stasi dei lavori dovuta alla morte del Maresca, dal [[1825]] subentrò Luigi Malesci che disegnò l'edificio e insieme a [[Ciro Cuciniello]], suo coadiuvatore nei lavori, aggiunse il chiostro grande a nord. Nel [[1853]], morto il Malesci, gli subentrò [[Gaetano Genovese]] a continuare l'opera apportando alcune modifiche all'impianto.
 
Il processo di completamento si concluse solo nel [[1878]], quando la chiesa fu benedetta e il suo altare maggiore consacrato da monsignor Vincenzo Materozzi, vescovo di Ruvo e Bitonto.<ref>AA.VV., ''L'Italia Francescana'' (rivista trimestrale di cultura francescana), volume 48, 1973</ref>
 
L'interno è custode di una pregevole ''Pietà'' marmorea, scolpita da [[Gennaro Calì]], in passato posta sull'altare maggiore; altre sculture sono di Tommaso Arnaud e Luigi Persico. Sono presenti tele di [[Camillo Guerra (pittore)|Camillo Guerra]], Filippo Marsigli, Francesco Oliva e [[Vincenzo Morani]]. Inoltre anche all'interno ci sono sepolture architettonicamente importanti, come quella progettata da [[Errico Alvino]] per il mercante Domenico Bonucci oppure tombe di personaggi illustri come il chirurgo ottocentesco Cosimo De Horatiis<ref name ="Galante">[[Gennaro Aspreno Galante]], ''Guida sacra della città di Napoli'', Stamperia del Fibreno, Napoli, 1872</ref> o il ministro borbonico [[Nicola Intonti]]<ref name="Galante" />.