Silvio Scaroni: differenze tra le versioni

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==Biografia==
Nel marzo del 1915, caporale del 2º Reggimento di artiglieria, Silvio Scaroni passò al [[Servizio Aeronautico]] del [[Regio Esercito]] e terminato l'addestramento a [[Aeroporto di Pisa-San Giusto|Pisa San Giusto]]<ref>Tra i suoi istruttori vi fu [[Giuseppe De Marco (aviatore)|Giuseppe De Marco]].</ref> diventò sergente pilota di ricognitori presso la [[4ª Squadriglia per l'Artiglieriaartiglieria]]. Pilotando velivoli [[Caudron G.3]], effettuò 114 missioni in venti mesi. Nel gennaio 1917 fu promosso [[tenente]] e venne nel giugno successivo trasferito alla specialità caccia, vista l'abilità dimostrata sopravvivendo a tre atterraggi di fortuna. Dopo l'addestramento a Malpensa, passò prima alla [[43ª Squadriglia]] e poi alla [[76ª Squadriglia caccia]] e [[86ª Squadriglia caccia]]. Volò dapprima sul [[Nieuport 17]] e poi sull'[[Hanriot HD.1]] conseguendo oltre trenta vittorie, di cui 26 confermate ufficialmente. La carriera bellica si interruppe il 12 luglio 1918 quando venne colpito in un duello aereo. Perse i sensi e precipitò da 4000 metri, riavendosi prima dello schianto e atterrando in emergenza nelle vicinanze del [[Monte Grappa]]. Fu ricoverato in ospedale dove vi rimase 5 mesi assistendo alla fine del conflitto.
 
Dopo la fine della guerra continuò la carriera in aviazione e nel 1919 fece parte della delegazione in Argentina che promuoveva i prodotti dell'industria aeronautica italiana. Si congedò nel 1920, ma continuò a ricoprire incarichi ufficiali. Nel 1923 diventò addetto aeronautico dell'ambasciata italiana a Londra, poi di quella a Washington.