Jacopo della Quercia: differenze tra le versioni
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[[File:Jacopo della quercia, madonna della melagrana, 1403-1406 ca. 03.JPG|thumb|''Madonna della melagrana'' (Madonna Silvestri), 1403-1408, [[Museo della cattedrale (Ferrara)|museo della Cattedrale]] di [[Ferrara]]]]
Nato a Siena (non ha alcun fondamento la notizia, riportata per primo da Vasari, che Jacopo fosse nato a [[Quercegrossa]], un borgo del contado senese posto sul confine con lo stato fiorentino, in ragione dell'epiteto "dalla Quercia"; tale appellativo non è altro che una tarda nobilitazione di un nomignolo con cui era conosciuto già il nonno di Jacopo, tale Angelo "della Guercia", a significare che evidentemente la bisnonna dello scultore aveva gli occhi storti), probabilmente tra il [[1371]]
Intorno al [[1386]] si trasferì con la famiglia a [[Lucca]] dove forse fu messo a bottega presso lo scultore [[Antonio Pardini]]. Nel [[1394]] scappò dalla città per aver picchiato a sangue un cittadino lucchese. Tuttavia questa circostanza non compromise le relazioni di Jacopo della Quercia col mercato artistico lucchese, grazie ai suoi rapporti personali con il Signore di Lucca [[Paolo Guinigi]]
Nel [[1401]] partecipò al [[Concorso per la porta nord del Battistero di Firenze|concorso per la porta nord del Battistero fiorentino]], ma la sua formella di prova non si è conservata. Dopo alcuni lavori minori al [[Duomo di Santa Maria del Fiore]] si allontanò dall'ambiente fiorentino, rivolgendosi, da allora, ad altri centri artistici, importanti ma periferici<ref name=Z/>.
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{{vedi anche|Porta Magna}}
[[File:Jacopo della quercia, 03.peccato originale.jpg|thumb|''Peccato originale'', [[Porta Magna]], [[Bologna]]]]
Dal [[1425]] al [[1434]] lavorò alla decorazione della [[Porta Magna]] della [[basilica di San Petronio]] a [[Bologna]]. Il ciclo comprendeva rilievi con ''Storie della Genesi'' e ''Storie della giovinezza di Cristo'' a incorniciare il portale. Le figure sono dinamiche e massicce,
===Ultime opere===
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==Scoperta==
Il professore James Beck nella sua attività di studioso del maestro negli anni 90 scoprì un marmo nominato la Madonna di Agliano di Jacopo della Quercia, il suo studio è stato pubblicato in "Studi di storia dell'arte in onore di Mina Gregori" da Silvana Editoriale.
==Stile==
Lo stile di Jacopo della Quercia si sviluppò a partire da un personalissimo rinnovamento dei modi della [[scultura gotica]], utilizzando influenze e stimoli interni a quel linguaggio. La sua formazione si basava sul linguaggio del [[gotico senese]], che sfrondò dagli effetti più aggraziati e, in certo senso, cerebrali. Assimilò le più avanzate ricerche [[Rinascimento fiorentino|fiorentine]], della scultura borgognona e il retaggio classico, che reinterpretò con originalità, dando origine a opere virili e concrete, dove sotto le complicate pieghe del panneggio [[scultura gotica|gotico]] si nascondono corpi robusti e solidi. Già nei rilievi della [[Fonte Gaia]], a fronte di un impianto generale, consono alla tradizione, si rileva una straordinaria libertà compositiva e un'innovativa vitalità dei rilievi. Il panneggio, assieme alle pose
Nei nudi scolpì figure potenti e vigorose, dalla spiccata muscolatura e con un realismo che a volte appare persino rude.<ref name=Z/> Il nodo focale della sua inquieta e multiforme produzione, che spaziò con sicurezza dalla scultura monumentale in marmo alle opere policrome in legno e terracotta, è forse proprio la vitalità erompente dei suoi personaggi, che travolge e fonde, mettendoli in secondo piano, le fonti di ispirazione e i riferimenti culturali delle sue opere.<ref>{{Cita|De Vecchi- Cerchiari|p.48}}.</ref>
Nei rilievi sviluppò uno stile ben diverso dallo [[stiacciato]] [[donatello|donatelliano]], dove al posto dei fini sottosquadri, compresse le figure tra due piani invisibili, con linee nette e ombre ridotte al minimo. Alle parti lisce e stondate delle figure si alternano spesso fratture di piani e contorni rigidi, dal cui contrasto sprigiona un effetto di forza trattenuta, che non ha eguali nella scultura quattrocentesca. Il risultato è quello di personaggi concentrati, energici ed espressivi, che sviluppano la tradizione toscana di [[Nicola Pisano|Nicola]] e [[Giovanni Pisano]] e che ebbe come unico, grande continuatore [[Michelangelo Buonarroti]]<ref name=Z/>.
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*''[[Monumento funebre a Ilaria del Carretto]]'', 1406-1407, marmo, 88x244x66,5 cm, [[Lucca]], [[cattedrale di San Martino (Lucca)|cattedrale di San Martino]]
*''Sant'Ansano'', 1406-1413, terracotta, [[Lucca]], [[Museo nazionale di Villa Guinigi]]
*Rilievi e statue per la [[Fonte Gaia]], 1409-1419, marmo, [[Siena]], [[Complesso museale di Santa Maria della Scala]] <br />tra cui:
**''[[Acca Larenzia (Jacopo della Quercia)|Acca Larenzia]]'', 1414-1418, h. 165 cm
**''[[Rea Silvia (Jacopo della Quercia)|Rea Silvia]]'', 1414-1418, h. 163 cm
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**Tabernacolo'', 1428-1430, marmo e bronzo
**''San Giovanni Battista'', 1425-1427, bronzo
*Rilievi della "[[Porta Magna]]", 1425-1434, marmo rosso istriano e marmo bianco, [[Bologna]], [[basilica di San Petronio]] <br />tra cui:
**''Profeti'', marmo bianco, h. 40 cm ciascuno
**''Storie del Nuovo Testamento'', marmo bianco, h. 72 cm ciascuna
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*James H. Beck, ''Jacopo della Quercia'', Columbia University Press, New York 1991. ISBN 0-231-07200-7
*Fabio Gabbrielli, ''La rimozione della fonte di Jacopo Della Quercia dalla Piazza del Campo e la sua ricomposizione nella loggia del Palazzo Pubblico'', in Bullettino senese di storia patria, 101.1994(1995), p. 312-352.
*Robert Munman, ''I monumenti funebri rinascimentali - e gotici - di Jacopo della Quercia'', in Ilaria del Carretto e il suo monumento: la donna nell'arte, la cultura e la società del '400 / Stéphane Toussaint [Hrsg.]. – Lucca
*Marco Paoli, ''Il monumento di Ilaria Del Carretto di Jacopo Della Quercia'', Lucca, Pacini Fazzi, 1999.
* {{cita libro|autore= Pierluigi De Vecchi|autore2= Elda Cerchiari|titolo=Dal gotico internazionale al rococò|opera = I tempi dell'arte|volume = 2|anno=1999|editore= Bompiani |città=Milano|cid= De Vecchi- Cerchiari|isbn= 88-451-7212-0}}
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[[Categoria:Jacopo della Quercia| ]]
[[Categoria:Artisti di scuola senese]]
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