Wiligelmo: differenze tra le versioni

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{{Citazione|Quanto tra gli scultori<br>tu sia degno di onore,<br>è evidente ora, o Wiligelmo,<br>per la tua scultura|Epigrafe, [[Duomo di Modena]]|Inter scultores<br>quan/to sis dignus onore,<br>cla/ret scultura<br>nunc Wiligelme tua|lingua=la}}
 
Nel corso della decorazione del duomo di [[Modena]], Wiligelmo si avvalse ovviamente della collaborazione di diversi allievi, purtroppo tutti anonimi e indicati negli studi coi nomi di [[Maestro di Artù]], [[Maestro di San Geminiano]], [[Maestro delle Metope]]).
 
Fra i più noti rilievi di Wiligelmo vi sono quelli con le ''[[Storie della Genesi (Wiligelmo)|Storie della Genesi]]'', oggi inseriti nella facciata del Duomo di Modena.
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* ''Il rimprovero ad Adamo. La cacciata dall'Eden. Il lavoro dei progenitori.
* ''Le offerte di Caino e di Abele. Caino uccide Abele. Caino risponde al Signore
* ''La vendetta di Lamech. L'arca di Noè. Noè e i suoi tre figli.
 
Anticamente, è probabile che abbiano fatto parte del prospetto del [[Pontile-tramezzo|pontile]] della chiesa. Da essi vediamo emergere le qualità dell'autore: aderenza al tema trattato, espressività, essenzialità. Gli ambienti non vengono descritti: i soggetti vengono piuttosto colti in azione, esaltando la loro esistenza. Esempio tipico è quello del cieco [[Lamech]] che uccide [[Caino]]: la cecità è resa mirabilmente dal suo atteggiamento. Il tutto costituisce una narrazione sommaria; si osservi, anche, ''La creazione di Eva'', dove l'ambiente in cui avviene l'episodio è indicato da una roccia tondeggiante, che rappresenta le acque del fiume Paradiso.
 
Non è il naturalismo romano, classicheggiante o funzionale alla narrazione storica. Ma non è neanche la concezione aspaziale bizantina. È piuttosto una trasformazione del simbolismo bizantino. Non è fatto per intuire un'idea, ma per far concepire la realtà del luogo, senza descriverlo dettagliatamente, ma dando efficacemente solo degli accenni, per lasciare l'immaginazione allo spettatore.
La scultura di Wiligelmo è alquanto rozza, volutamente sommaria, per essere più comprensibile ai fedeli analfabeti cui era didatticamente rivolta. Ciò però non deve indurre a pensare a carenze tecniche dello scultore, perché nei due ''Geni portafiaccola'', oggi sulla facciata del Duomo ma provenienti dall'altare, la tecnica di Wiligelmo può dirsi pari a quella delle opere degli scultori classici. Probabilmente, aveva potuto osservare queste opere nei reperti romani venuti alla luce quando si era scavato per cercare pietre, trovando invece la necropoli romana ricca di lapidi e sarcofagi.
 
Sulla facciata sono murati anche i quattro ''Simboli degli Evangelisti'', in origine parti di un pulpito smembrato, sicuramente opera di Wigilelmo. Inoltre, al maestro sono attribuiti gli stipiti del portale principale, decorati da un tralcio abitato nelle parti frontali e da ''Profeti'' negli interni.
 
A Wiligelmo (in collaborazione con uno dei suoi più abili allievi, il Maestro delle metope) sono attribuite altre sculture: le metope che fungevano da contrafforti esterni, con figurazioni di chimere, sirene e mostri (oggi nel Museo Lapidario del duomo modenese); i numerosi capitelli e i semicapitelli.
 
===A Piacenza===
Wiligelmo lavorò anche nella [[cattedrale di Piacenza]] dove, nei portali laterali, si distinguono le mani dei due artisti: la sua e quella di un altro suo allievo, che diventerà un grande maestro [[Niccolò (scultore)|Nicolò]].
 
===A Cremona===
Alcuni attribuiscono a Wiligelmo, o alla sua scuola, anche alcuni rilievi, facenti forse parte di un pulpito smembrato, che oggi sono collocati in vari punti della facciata del [[Duomo di Cremona]].
 
===A Nonantola===
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Alcuni elementi della sua tecnica ricordano la scultura aquitanica, in modo particolare quella del chiostro dell'[[Abbazia di Moissac|abbazia di San Pietro]] a Moissac e quella di [[chiesa di Saint-Sernin|Saint-Sernin]] nella vicina [[Tolosa]], ma ebbe modo di confrontarsi a fondo con la scultura romana, le cui influenze sono chiaramente ravvisabili nei reperti della necropoli della Mutina latina<ref>{{Cita web|url = http://www.scultura-italiana.com/Biografie/Wiligelmo.htm|titolo = Wiligelmo|sito = Scultura-Italiana.com|accesso = 20 febbraio 2016}}</ref>.
 
Si è discusso a lungo su questi contatti, presupponendo una formazione di Wiligelmo entro l'ambito di quei cantieri. Non vi è dubbio che questi contatti esistano, ma, più che di una dipendenza di Wiligelmo dalle sculture aquitaniche (del resto di poco precedenti quelle di Modena), si tratta di una contemporaneità culturale, di reciproci scambi, pur nell'affermazione individuale della personalità di ogni singolo artista<ref>"Sostengono il raffinato linguaggio wiligelmico modelli tardo-antichi impreziositi da echi bizantini, aggiornati sui contemporanei motivi provenzali e del bacino del [[Reno]], presumibilmente noti da avori, smalti ede altri oggetti importati". ''Emilia-Romagna'', Touring Editore, 2010, pag. 40</ref>.
 
Si può parlare di una scuola wiligelmica non solo per i suoi allievi ma anche per due altri grandi scultori dell'epoca, a lui di poco posteriori: [[Niccolò (scultore)|Niccolò]], attivo a [[Ferrara]], e [[Benedetto Antelami]], attivo a [[Parma]], i quali mostrano di avere subito la sua influenza<ref>{{Treccani|wiligelmo_(Enciclopedia-dell'-Arte-Medievale)|Wiligelmo|v = |accesso = 20 febbraio 2016|autore =A.C. Quintavalle |data = |citazione = }}</ref>.
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{{Controllo di autorità}}
{{Portale|arte|biografie|medioevo|scultura}}
 
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