Western all'italiana: differenze tra le versioni

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L'espressione ''"spaghetti western"'' nacque negli [[Stati Uniti d'America]] e stava inizialmente a indicare dei [[lungometraggi]] girati in italiano, con [[Film a basso costo|budget ridotti]] e povertà di mezzi, secondo le convenzioni dei primi [[western]], in parte intenzionalmente, in parte come conseguenza della limitatezza delle risorse finanziarie. Nonostante un'iniziale diffidenza, il genere si andò sempre più imponendo presso il grande pubblico, mentre la critica si limitò per lungo tempo a riconoscere unicamente il valore di quello che fu il massimo esponente e maestro indiscusso del genere, il regista [[Sergio Leone]] (e di un pugno di attori impegnati nei suoi film). Costui, fin dai suoi primi lungometraggi, si era guadagnato infatti la stima e il rispetto dei propri colleghi statunitensi e una crescente popolarità presso le platee statunitensi e internazionali.
 
[[File:signoradellovest1.jpg|thumb|left|upright=1.2|Una locandina di ''[[Una signora dell'Ovest]]'' un western del [[1941]] con [[Rossano Brazzi]]]]
Il primo western italiano fu probabilmente ''Una signora dell'Ovest'' del [[1941]] poi troviamo ''[[Il bandolero stanco]]'' del 1952 di [[Fernando Cerchio]], una parodia con protagonista [[Renato Rascel]]. I film più conosciuti, probabilmente gli [[archetipi]] del genere, sono quelli della cosiddetta ''[[trilogia del dollaro]]'', diretti proprio da [[Sergio Leone]], con [[Clint Eastwood]] (che diede vita al ruolo dell'''[[Uomo senza nome]]'') e le celeberrime [[colonna sonora|colonne sonore]] di [[Ennio Morricone]] (tre nomi che divennero sinonimi del genere stesso): ''[[Per un pugno di dollari]]'' ([[1964]]), ''[[Per qualche dollaro in più]]'' ([[1965]]) e infine ''[[Il buono, il brutto, il cattivo]]'' ([[1966]]). Quest'ultimo è senza dubbio uno dei western più famosi di tutti i tempi e godette, relativamente agli altri film, di un budget atipicamente alto: quasi un milione di dollari. A questa trilogia Leone aggiunse poi il capolavoro monumentale ''[[C'era una volta il West]]'' ([[1968]]), un affresco nostalgico sull'epopea del West al tramonto, in cui i personaggi acquistano un maggiore spessore umano e la magistrale abilità tecnica e narrativa del regista si fonde con un soggetto ricco di significati, incontrandosi idealmente con le tematiche crepuscolari del nuovo western statunitense.