Cometa Hyakutake: differenze tra le versioni

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[[File:Hyakutake Orbit ITA.PNG|thumb|Immagine di parte dell'orbita della cometa, rappresentata nel punto di massimo avvicinamento alla Terra (il 25 marzo [[1996]]).]]
 
Quando vennero eseguiti i primi calcoli sull'[[orbita]] della cometa, gli astronomi si resero conto che il 25 marzo l'astro avrebbe sfiorato la Terra, passando a sole 0,1&nbsp;UA dal nostro pianeta.<ref name=Approaches/><ref name="Minter1996">{{cita|Minter||Minter1996}}, 1996.</ref> Solo quattro comete nel secolo precedente erano passate così vicine<ref name=ESO>{{cita web |lingua = en |url = http://www.eso.org/public/outreach/press-rel/pr-1996/pr-06-96.html |titolo = Comet Hyakutake to Approach the Earth in Late March 1996 |editore = European Southern Observatory (ESO) |urlmorto = sì |urlarchivio = https://www.webcitation.org/6149CAeaZ?url=http://www.eso.org/public/news/eso9613/ |dataarchivio = 19 agosto 2011 }}</ref><ref>{{cita web|lingua=en |url=http://www.cometography.com/nearcomet.html |titolo=The Closest Approaches of Comets to Earth |nome=Gary W. |cognome=Kronk |accesso=21 febbraio 2009}}</ref> e, mentre già si discuteva entro la comunità astronomica della [[cometa Hale-Bopp]] come della futura ''[[grande cometa]]'', la Hyakutake le rubò la scena<ref>{{cita web|nome=Gary W. |cognome=Kronk |titolo=C/1995 O1 (Hale-Bopp) |editore=Cometography |lingua=en |url=http://cometography.com/lcomets/1995o1.html |accesso=12 novembre 2009}}</ref><ref>{{cita web|titolo=The great comet of 1997 - Hale-Bopp |nome=Willie |editore=South African Astronomical Observatory (SAAO) |cognome=Koorts |lingua=en |url=http://www.saao.ac.za/~wgssa/as1/koorts.html |accesso=12 novembre 2009}}</ref> quando le osservazioni dell'attività del nucleo lasciarono supporre che anch'essa sarebbe potuta diventare altrettanto spettacolare.<ref name=ESO/>
 
Le possibilità di diventare brillante erano sostenute inoltre dal fatto che la cometa, in base ai parametri orbitali ricavati, sembrava essere già passata per il Sistema solare attorno al 15.000&nbsp;a.C.; questo significava che probabilmente l'astro aveva già effettuato dei passaggi vicino al Sole<ref name="jbaa"/> e non proveniva direttamente dalla [[nube di Oort]], che contiene comete con periodi di passaggio di milioni di anni. Le comete che entrano per la prima volta nel sistema solare interno risplendono infatti per un breve periodo, dopo di che lo strato esterno di materiale volatile evapora: è stato il caso della [[cometa Kohoutek]] del 1973, che inizialmente venne annunciata come la "cometa del secolo", ma arrivò con modesta brillantezza all'appuntamento con gli osservatori. Comete più antiche invece mostrano comportamenti più predicibili e costanti dell'emissione luminosa.<ref name="jbaa"/>
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=== Perielio e allontanamento dal Sole ===
Dopo il suo approccio ravvicinato alla Terra, la luminosità della cometa diminuì rapidamente fino alla seconda magnitudine. Raggiunse il [[perielio]] il 1º maggio [[1996]], ritornando brillante e mostrando una coda di polveri, oltre a quella di gas vista durante il passaggio nei pressi del nostro pianeta. A questo punto però era molto vicina al Sole e non più osservabile ad occhio nudo. Fu osservata durante il passaggio del perielio dal [[telescopio spaziale|telescopio orbitante]] per l'osservazione solare [[Solar and Heliospheric Observatory|SOHO]]. Al perielio, la sua distanza dal Sole era di 0,23&nbsp;UA, di gran lunga all'interno dell'orbita di [[Mercurio (astronomia)|Mercurio]].<ref>{{cita web| lingua=en| url=http://www.eso.org/outreach/press-rel/pr-1996/pr-06-96.html| titolo=Comet Hyakutake to Approach the Earth in Late March 1996| editore=European Southern Observatory (ESO)| accesso=22 febbraio 2009| data=13 luglio 1996| urlmorto=sì| urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070208073005/http://www.eso.org/outreach/press-rel/pr-1996/pr-06-96.html| dataarchivio=8 febbraio 2007}}</ref>
 
Nei giorni seguenti, la luminosità della Hyakutake diminuì rapidamente e per la fine di maggio non poteva più essere osservata ad occhio nudo. Il suo percorso orbitale la portò rapidamente nei cieli meridionali e venne seguita sempre meno. Il 24 ottobre [[1996]] presentava una magnitudine di 16,8; l'ultima osservazione risale al 2 novembre dello stesso anno.<ref>{{cita web|lingua=en |autore=S. Nakano |wkautore=Syuichi Nakano |url=http://www.oaa.gr.jp/~oaacs/nk/nk838.htm |titolo=Nakano Note 838 |editore=Oriental Astronomical Association (OAA) |data= 6 maggio 2002 |accesso=22 febbraio 2009}}</ref>