Dai-Nippon Teikoku Rikugun: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
DaimonBot (discussione | contributi)
Recupero di 1 fonte/i e segnalazione di 0 link interrotto/i. #IABot (v1.5.2)
Riga 129:
Per tutta la [[Seconda guerra sino-giapponese]] e la [[Seconda guerra mondiale]], l'Esercito imperiale si guadagnò una triste reputazione per il suo [[fanatismo]] e per la sua brutalità contro i [[Prigioniero di guerra|prigionieri di guerra]] e i civili (come per esempio nel [[massacro di Nanchino]]).<ref>Harries & Harries, pp. 475–476.</ref> Dopo la resa del Giappone nell'estate del [[1945]], molti ufficiali e uomini arruolati dell'Esercito imperiale furono processati e puniti per numerose atrocità e [[Crimini di guerra giapponesi|crimini di guerra]]. Nel [[1949]], i processi furono conclusi con un totale di 5 700 casi indagati.<ref>Harries & Harries, p. 463.</ref>
 
Il generale [[Tomitarō Horii]] emise, nel [[1941]], una "Guida per i soldati nei Mari del Sud", la quale ordinava alle truppe di non saccheggiare o uccidere i civili. L'intento era prevenire le atrocità che l'Esercito commise in Cina; tuttavia solo gli uomini sotto il suo diretto comando seguirono queste direttive.<ref>Chen, [http://www.ww2db.com World War II Database] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20090416083151/http://www.ww2db.com/ |data=16 aprile 2009 }}.</ref>
 
Diversi motivi sono stati teorizzati per spiegare il comportamento brutale e senza pietà dimostrato da molti membri dell'Esercito Imperiale verso i loro avversari o civili non giapponesi. Uno di questi motivi è probabilmente il comportamento che essi stessi subirono. L'Esercito Imperiale era conosciuto per il severo trattamento che i soldati ricevevano già all'inizio dell'addestramento,<ref>[[#refGilmore|Gilmore]], p.87.</ref> tra cui percosse, attività non necessarie estremamente dure, mancanza di cibo e altre violenze o dure pratiche di disciplina. Ciò andava contro allo Scritto Imperiale ai Soldati e Marinai del [[1882]] che ordinava agli ufficiali di trattare con rispetto i subordinati.<ref>[[#refGilmore|Gilmore]], p.45.</ref> Solo dopo nel [[1943]], i comandanti generali si resero conto che queste brutalità avevano effetti sul morale e ne ordinarono la fine, un ordine che fu aggirato o ignorato.<ref name = "Gilmore, p.89">[[#refGilmore|Gilmore]], p.89.</ref> Lo spirito del ''gyokusai'' ("morte gloriosa") ordinava ai soldati attacchi suicidi con le baionette, quando il tiro di preparazione dell'artiglieria da campagna non era ancora finito.