Francesco Filelfo: differenze tra le versioni

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Là scoprì a malincuore che la moglie era morta di peste. Ripensò allora a Firenze, sperando di potervi fare ritorno, dal momento che l'ostilità dei Medici nei suoi confronti si era attenuata con il passare degli anni. Per ottenere il favore della signoria, in occasione della [[congiura dei Pazzi]] ([[1478]]), che aveva attentato alla vita di [[Lorenzo de' Medici|Lorenzo il Magnifico]], egli scrisse anche al suo precedente mecenate Sisto IV denunciando la sua partecipazione in tale complotto. Lorenzo lo invitò ad insegnare il greco a Firenze, ma poco dopo il suo arrivo, nel [[1481]], Filelfo morì e fu sepolto nella [[basilica della Santissima Annunziata]].
 
{{P|Questi due periodi paiono esprimere un giudizio superficiale, generico e non neutrale. Sembrano oltretutto derivare da qualche pubblicazione ormai datata. Da rivedere, magari citando la fonte del giudizio, o cancellare.|Umanesimo|Settembre 2017|sezione= Filelfo merita di essere ricordato fra i più grandi umanisti italiani non per il suo stile (ma il suo latino è ciceroniano) né per l'elevatezza del suo ingegno né per l'accuratezza del suo insegnamento, ma per la sua energia e la sua completa adesione ai suoi tempi. La sua erudizione fu ampia ma male assimilata; la conoscenza degli autori antichi estesa ma superficiale; non fu brillante nell'immaginazione, non pungente negli [[epigramma|epigrammi]], non sublime in ambito [[retorica|retorico]]. }} Possedette una ricchissima raccolta di [[manoscritto|manoscritti]], soprattutto greci, che fu spesso costretto a impegnare, per far fronte ai suoi numerosi debiti: nelle sue [[postilla|postille]] marginali rinvenute in molti di essi resta cristallizzata la continua e intensa lettura delle opere degli autori antichi e [[letteratura bizantina|bizantini]].
 
== Note ==