Villa Giustiniani Massimo: differenze tra le versioni
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La '''villa Giustiniani al Laterano''', detta anche "villa Massimo", dal nome dei successivi proprietari, era una [[villa]] [[XVII secolo|seicentesca]] che si estendeva tra le attuali via Merulana, via Tasso, viale Manzoni e piazza San Giovanni in Laterano.
== Storia ==
Fu voluta dal marchese [[Vincenzo Giustiniani (marchese)|Vincenzo Giustiniani]], principe di Bassano e [[depositario]] della [[Camera Apostolica]], il quale, dopo aver acquisito nel [[1605]] un terreno coltivato a vigna, vi fece erigere una dimora sfarzosa.
Nel 1803 la famiglia Massimo subentrò nella proprietà e, per questa via, nel [[1848]] la villa passò ai Lancellotti, che nel [[1871]], in seguito al progetto di [[lottizzazione (urbanistica)|lottizzazione]] dell'[[Esquilino]], vendettero il vasto parco come area edificabile: mentre così il parco iniziò a scomparire sotto l'espansione della città, nel [[1885]] il monumentale portale del muro di cinta della villa venne ceduto allo Stato. Esso venne riposizionato nel [[1931]] come ingresso alla [[villa Celimontana]] al Celio, dove tuttora si trova.▼
Di tale collezione, ora dispersa tra vari musei e raccolte private, rimane ''in situ''' la cosiddetta "statua di Giustiniano", un ''pastiche'' voluto nel [[1638]] dal principe Andrea Giustiniani, che commissionò ad Arcangelo Gonnelli un'opera che sottolineasse la pretesa discendenza della famiglia dall'imperatore [[Giustiniano]]. Fu scelto un colossale torso acefalo di marmo greco, che venne integrato abbondantemente, mentre per la testa ci si rifece ad un ritratto giovanile di Marco Aurelio) trasformandolo nel personaggio eponimo, raffigurato nel fiore dell'età; la statua risultante, alta circa quattro metri, venne poi collocata nell'attuale posizione nel [[1742]] da Giovan Battista Giustiniani, come informa ▼
Passata in mano ai Massimo nel [[1803]], le tre sale della dimora lato giardino vennero affrescate dai [[Nazareni]]: gli ''Episodi dell'Orlando Furioso'' (Stanza dell'Ariosto) da [[Julius Schnorr von Carolsfeld]] (1822-27), gli ''Episodi della Gerusalemme Liberata'' (Stanza del Tasso) da [[Johann Friederich Overbeck]] (1819-27) e le ''Scene del Paradiso e Purgatorio'' (Stanza di Dante) da [[Joseph Anton Koch]] (1825-28) aiutato nelle ghirlande da [[Franz Horny]] e con sulla volta l<nowiki>'</nowiki>''Allegoria del Paradiso'' avviata prima da [[Philip Veit]] (1818-24). ▼
== Descrizione ==
▲Nel [[1848]] la villa passò ai Lancellotti, che nel [[1871]], in seguito al progetto di [[lottizzazione (urbanistica)|lottizzazione]] dell'[[Esquilino]], vendettero il vasto parco come area edificabile: mentre così il parco iniziò a scomparire sotto l'espansione della città, nel [[1885]] il monumentale portale del muro di cinta della villa venne ceduto allo Stato. Esso venne riposizionato nel [[1931]] come ingresso alla [[villa Celimontana]] al Celio, dove tuttora si trova.
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== Bibliografia ==
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