Michelangelo Cambiaso: differenze tra le versioni

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=== Gli ultimi anni ===
Eletto preside della Giunta di marina nel 1794, l'ex doge Michelangelo Cambiaso si fece promotore di un acceso discorso al Minor Consiglio della Repubblica nel quale suggeriva al Senato di rifiutare "per motivi di dignità, opportunità e sicurezza" la scarcerazione degli insorti francesi arrestati a Genova dopo la violenta rivolta antioligarchica del 21 maggio 1797, come da espressiva richiesta dell'ambasciatore francese Faypoult. Il diniego del senato genovese scatenò la decisa reazione del rappresentate dello stato d'Oltralpe che, nonostante una tentata ma fallimentare opera di persuasione avviata dallo stesso Cambiaso, informò dei fatti lo stesso Napoleone Bonaparte. Il generale corso, dimorante a Montebello, non solo intimò al Senato la punizione degli antifrancesi ma obbligò la trasformazione immediata del governo genovese secondo i nuovi dettami della nascente Francia napoleonica.
Tra il 5 ed il 6 giugno 1797 (17 e 18 pratile dell'anno V rivoluzionario), siglò una convenzione segreta con [[Napoleone Bonaparte]] a [[Montebello della Battaglia|Montebello]], grazie al suo ruolo di intermediario con la Francia napoleonica assieme a Gerolamo Serra e Luigi Carbonara, ponendo di fatto [[Genova]] sotto il protettorato francese.
 
Luigi Carbonara, Girolamo Serra e Michelangelo Cambiaso furono quindi inviati il 2 giugno 1797 a Montebello per trattare con lo stesso Napoleone il nuovo assetto statale della Repubblica; il Cambiaso, in qualità di membro più anziano, fu incaricato di esporre al generale il punto di vista del governo genovese. Un dialogo che, nei fatti, portò solo ad accettare senza discussioni la convenzione imposta da parte della nuova Francia filonapoleonica: il 14 giugno 1797 la Repubblica di Genova, nei secoli oligarchica, si trasformò nella "democratica" Repubblica Ligure, filo francese, pur conservando una sorta di autonomia.
Nel 1798, venne nominato direttore del Collegio San Giovanni (detto anche "Opera pia dei putti orfani") per la protezione dei piccoli orfani, una delle più prestigiose associazioni in materia presenti entro i confini della repubblica genovese e ispettore della medesima opera pia per conto del Ministero dell'Interno di Genova da cui dipendeva direttamente.
 
Mentre alcuni nobili genovesi furono sottoposti agli arresti o costretti a sanzioni pecuniarie, il Governo provvisorio della Repubblica Ligure, guidato dall'ex doge Giacomo Maria Brignole, non mosse azione alcuna nei confronti di Michelangelo Cambiaso che, negli ultimi mesi dello stesso anno, e affetto dalla gotta, preferì trasferirsi in campagna assieme alla moglie, le due cognate e il fratello (uno dei due fratelli perì il 22 ottobre). Da Genova si trasferì in seguito a Bagni di Lucca dove, per un breve periodo nel 1798, ricoprì il ruolo di municipalista.
Nel 1800 venne nominato dal generale [[Andrea Massena|Massena]] membro della Commissione di governo incaricata di reggere la città<ref>[http://studinapoleonici.altervista.org/massena-il-governo-ligure-e-la-crisi-del-grano/ Massena, il governo ligure e la crisi del grano in Studi Napoleonici-Fonti Documenti Ricerche]</ref>.
 
Nuovi scontri a Genova nel novembre 1799 tra ribelli, ex nobili e coalizzati costrinse il governo della Repubblica Ligure a decretare lo stato d'assedio. Fu abolito il Direttorio istituito nel gennaio 1798 (che, di fatto, soppiantò la figura del presidente del governo provvisorio e, nel particolare, dell'ex doge e deposto presidente Giacomo Maria Brignole) e creata una commissione governativa costituita da quindici membri, alla quale fece parte pure Michelangelo Cambiaso.Una commissione che ebbe vita breve in quanto, dopo il rifiuto dei commissari al pagamento di 3.000.000 di lire genovesi alla Francia, nonostante valide motivazioni per il diniego (tra queste la crisi economica e oppressione dalla fame imperante a Genova), gli stessi membri, e quindi anche il Cambiaso, furono costretti alle dimissioni.
Il 26 ottobre 1805 venne nominato senatore del [[Primo Impero francese]] nella fazione dei conservatori. Morì a Genova nel corso del 1813.
 
Il 1800 fu un anno di caos tra occupazione austriaca di Genova (e in altre zone della Repubblica Ligure) e nuove imposizioni disposte dalla Francia napoleonica, quest'ultima sempre più attiva nella gestione diretta del governo. Una nuova commissione di governo venne istituita e, se pur nella maggioranza composta da membri filofrancesi, ne fece parte anche Michelangelo Cambiaso in qualità di maire (sindaco) della municipalità di Genova. Con tale carica accolse alla porta di San Tommaso il generale Napoleone Bonaparte il 30 giugno 1805, ora imperatore dei Genovesi dopo l'annessione dell'ex Repubblica Ligure nel Primo Impero francese. Per tali servigi MIchelangelo Cambiaso fu insignito dallo stesso Napoleone della Legion d'onore e chiamato quale membro del Senato francese.
 
Dopo aver trascorso a Parigi quasi due anni, nel novembre 1807 ritornò a Genova, dove veniva raggiunto dalla nomina a conte dell'Impero il 28 gennaio 1809 e dalla successiva decorazione della Gran Croce della Riunione. Michelangelo Cambiaso morì a Genova il 14 marzo 1813 trovando sepoltura nella tomba di famiglia presso la chiesa di San Siro.
 
== Note ==