Francesco Saverio de Mérode: differenze tra le versioni

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=== Il politico ===
Merode fu comunque nominato, il 18 aprile [[1860]], vice-ministro delle Armi, incarico che tenne fino al 20 ottobre [[1865]]<ref>Per un'accurata descrizione dell'attività del Merode come "proministro delle armi" si veda il capitolo ''Monsignor Francesco de Merode proministro delle armi in Roma'', in ''Giubileo ai mercenari del settembre 1864 e di altre epoche'', Torino 1865, pp. 135-138.</ref>, sostenendo la guerriglia dei [[Sanfedismo|sanfedisti]] della [[Ciociaria|ciociariCampagna e Marittima]] ed una politica di dura repressione interna di ogni movimento liberale<ref>Per un ritratto del Merode visto con occhi a lui contemporanei si veda [http://books.google.it/books?id=VcoYAAAAYAAJ&pg=PR5&dq=saverio+de+merode&hl=it&ei=09zDTJLhMMqUswae-8zOCA&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=30&ved=0CLEBEOgBMB0#v=onepage&q=saverio%20de%20merode&f=false Emilio Cardinali, ''I briganti e la corte pontificia'', Livorno 1862] pp. 59-61.</ref>. Notava [[Ferdinand Gregorovius|Gregorovius]] alla fine del 1863:
{{quote|Alcuni giorni fa i Francesi ad [[Albano Laziale|Albano]] hanno inseguito fino a [[Castel Gandolfo]] 24 [[carabinieri pontifici]] belgi, che commettevano eccessi. Ne hanno uccisi due e feriti 7 [...] Merode si è recato a Castel Gandolfo per assistere alle esequie di questi miserabili, come se fossero caduti sul campo dell'onore. Merode è ancora potente; domina il centro dei legittimisti e fa scorrere verso [[Roma]] i rivoli del denaro. Possiede perciò ambedue le chiavi per il cuore di [[Pio IX]].}}