Primo ministro: differenze tra le versioni

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Nei sistemi di questo tipo l'indirizzo politico del governo è in concreto stabilito dal presidente della repubblica e il primo ministro non fa altro che curarne l'attuazione. In realtà una variabile fondamentale è rappresentata dalla maggioranza politica presente in parlamento: infatti, se questa coincide con i partiti che appoggiano il presidente della repubblica, il sistema funziona nel modo appena descritto. Le cose cambiano se in parlamento c'è una maggioranza formata da partiti diversi da quelli che appoggiano il presidente della repubblica: in questo caso il capo dello stato deve necessariamente scendere a patti con il parlamento (a meno che non intenda scioglierlo) e il punto di equilibrio viene di solito trovato nella nomina di un primo ministro gradito alla maggioranza parlamentare, che governa con un'autonomia dal capo dello stato non dissimile da quella che si riscontra nei sistemi parlamentari, anche se al presidente della repubblica rimangono funzioni di indirizzo in materia di politica estera e difesa (si parla in questi casi di ''coabitazione'').
 
Nelle [[Repubblica presidenziale|repubbliche presidenziali]] propriamente dette non dovrebbe esserci, almeno secondo il modello classico rappresentato dagli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]], la figura del primo ministro, giacché le funzioni di capo del governo sono esercitate dal presidente della repubblica. In realtà, vi è qualche costituzione che lo prevede (attualmente in 2122 Stati, come la [[Corea del Sud]]): in questi casi, come per la Quinta Repubblica francese, il primo ministro svolge un ruolo di secondo piano, limitandosi a curare l'attuazione dell'indirizzo politico deciso dal presidente della repubblica, con in più, a differenza del caso semi-presidenziale, l'assenza del rapporto fiduciario tra primo ministro e parlamento.
 
=== Negli altri sistemi ===