Angkor: differenze tra le versioni

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Il termine con cui viene designato il sito, in special modo il nucleo di costruzioni prossimo al [[Phnom Bakheng]], è di origine relativamente moderna. Entrò infatti in uso dopo il suo abbandono da parte della corte reale e di gran parte degli abitanti in seguito all'invasione [[Regno di Ayutthaya|thai]] nel 1431. Deriva dalla pronuncia [[lingua khmer|khmer]] del [[Lingua sanscrita|sanscrito]] ''nagara'' (नगर in [[devanagari]]), "città".<ref group=N>termine usato soprattutto in [[pali]], la lingua dei testi del [[Buddhismo Theravāda]], spesso "città fortificata", vedi {{cita libro|autore=T.W.Rhys Davids|coautori=William Stede|titolo=Pali-English Dictionary|anno=2007|editore=Asian Educational Services, India|lingua=en|url=http://books.google.it/books?id=dHWHmHnMLtAC|isbn=978-81-206-1273-0}}</ref>
 
Il nome con cui i suoi costruttori denominavano la città nelle iscrizioni su pietra era ''[[Yasodharapura|Yaśodharapura]]''.<ref group=N>Il termine compare per la prima volta nelle iscrizioni note ai tempi di [[Rajendravarman]], alla metà del X secolo, mentre in quelle del IX secolo si fa riferimento al Phnom Bakheng come ''Yasodharaparvata'' (''parvata'' significa "montagna" in sanscrito), vedi {{cita conferenza|autore=Claude Jacques|anno=2005|mese=dicembre|titolo=History of the Phnom Bakheng monument|conferenza=Phnom Bakheng workshop on public interpretation|altri=ed.Jane Clark Chermayeff & Associates|editore=World Monuments Fund|url=http://www.wmf.org/sites/default/files/wmf_publication/Phnom_Bakheng_Workshop_on_Public_Interpretation.pdf|pagine=23-40|formato=PDF|accesso=8 dicembre 2014|isbn=978-99950-51-03-7|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110516175252/http://www.wmf.org/sites/default/files/wmf_publication/Phnom_Bakheng_Workshop_on_Public_Interpretation.pdf|dataarchivio=16 maggio 2011}}</ref> Il nome venne mantenuto nel corso dei secoli,<ref>{{Cita|Higham, 2003|p.138}}</ref> malgrado riedificazioni o spostamenti del suo nucleo principale, costituito da un "tempio di stato". Venne chiamata così anche la sua ultima sua incarnazione, la capitale edificata da [[Jayavarman VII]] e cinta da possenti mura di 3&nbsp;km di lato, oggi [[Angkor Thom]].<ref name=Pottier_2005>{{cita conferenza|autore=Christophe Pottier|anno=2005|mese=dicembre|titolo=Searching for Goloupura|conferenza=Phnom Bakheng workshop on public interpretation|altri=ed.Jane Clark Chermayeff & Associates|editore=World Monuments Fund|pagine=41-72|url=http://www.wmf.org/sites/default/files/wmf_publication/Phnom_Bakheng_Workshop_on_Public_Interpretation.pdf|formato=PDF|accesso=8 dicembre 2014|isbn=978-99950-51-03-7|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110516175252/http://www.wmf.org/sites/default/files/wmf_publication/Phnom_Bakheng_Workshop_on_Public_Interpretation.pdf|dataarchivio=16 maggio 2011}}</ref>
 
Allo stesso modo il nome moderno dei singoli templi quasi sempre non è correlato al termine con cui erano indicati ai tempi della loro costruzione e dedica alla divinità.<ref>{{cita web|titolo=Popular Archaeology: “The Lost Temples of Angkor”|data=1º giugno 2013|autore=Julie Masis|url=http://juliemasis.wordpress.com/2013/06/01/popular-archaeology-the-lost-temples-of-angkor/|accesso=7 gennaio 2015}}</ref>
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La conoscenza storica della civiltà angkoriana deriva infatti dall'esame, dall'interpretazione e dal confronto di fonti quali iscrizioni su pietra (in particolare su stele di fondazione di templi), scavi archeologici, resoconti di viaggio e cronache di diplomatici, mercanti e viaggiatori (perlopiù cinesi) e da raffigurazioni in bassorilievo, che illustrano eventi bellici ma anche di vita quotidiana. Nuove metodologie di rilievi dall'alto hanno inoltre permesso negli ultimi decenni di investigare resti di opere idrauliche, infrastrutture ed edifici che dal baso risultavano molto difficilmente individuabili.
 
Proveniente dal sudest dell'attuale Cambogia, secondo le iscrizioni rinvenute in diversi luoghi Jayavarman II sembra si sia mosso tra diversi città o capitali Chenla della sua epoca, come [[Indrapura (Khmer)|Indrapura]] e [[Vyadhapura]].<ref name="O'Reilly_cap5"/> A cavallo del IX secolo si spostò nella pianura attorno al grande lago, che garantiva un surplus alimentare in forma di riso e pesce, nonché fertilità del suolo e disponibilità costante di acqua dolce. Per qualche tempo la sua capitale fu [[Amarendrapura]]. La locazione precisa non è conosciuta, ma tra le varie ipotesi (è stata proposta anche la [[provincia di Battambang]])<ref name="O'Reilly_cap5"/> c'è che potesse trovarsi proprio nella zona di Angkor, in prossimità del lato ovest di uno dei due maggiori bacini idrici artificiali del sito (i cosiddetti ''[[baray]]''), quello [[baray occidentale|occidentale]]. Qui un gruppo di templi in rovina sembrano essere appartenuti a tale epoca, quantomeno nelle loro fondazioni originali, o anche al secolo precedente, come [[Ak Yum]]. La sua prima fondazione sembra infatti risalire ai primi anni del VII secolo ed era un sito importante e riportato nelle iscrizioni già ai tempi di Jayavarman I. Finì successivamente semisepolto nella costruzione della diga sud del baray occidentale e fu scavato da [[George Trouvé]] nel 1935).<ref>{{cita|Higham, 2003|p.57}}</ref> Jayavarman finì poi con lo stabilirsi ad [[Hariharalaya]], l'odierna [[Roluos]], a meno di 15&nbsp;km da Angkor, dove morì nell'834-5 piuttosto che nell'850.<ref name=pbjacques>{{cita conferenza|autore=Claude Jacques|anno=2005|mese=dicembre|titolo=History of the Phnom Bakheng monument|conferenza=Phnom Bakheng workshop on public interpretation|altri=ed.Jane Clark Chermayeff & Associates|editore=World Monuments Fund|url=http://www.wmf.org/sites/default/files/wmf_publication/Phnom_Bakheng_Workshop_on_Public_Interpretation.pdf|pagine=23-40|formato=PDF|accesso=8 dicembre 2014|isbn=978-99950-51-03-7|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110516175252/http://www.wmf.org/sites/default/files/wmf_publication/Phnom_Bakheng_Workshop_on_Public_Interpretation.pdf|dataarchivio=16 maggio 2011}}</ref><ref group=N>La datazione originale all'850 è stata ridiscussa in seguito, primariamente da Jacques (vedi {{cita libro|autore=Michael Vickery|titolo=Society, economics, and politics in pre-angkor cambodia : The 7th-8th centuries|anno=1998|editore=Centre for East Asian Cultural Studies for Unesco, Toyo Bunko|p=395|isbn=978-4-89656-110-4}}) e oggi generalmente la si anticipa di quindici anni, vedi {{cita libro|titolo=Encyclopedia of Ancient Asian Civilizations|autore=Charles Higham|editore=Infobase Publishing|anno=2009|isbn=978-1-4381-0996-1|p=167|url=https://books.google.it/books?id=H1c1UIEVH9gC&pg=PA167}}</ref> Ivi rimase la capitale con i re successivi,<ref name=higham5359/> per quanto la cronologia tradizionale sia discussa<ref name=pbjacques/> e dei primi due re (Jayavarman II e suo figlio Jayavarman III) non si abbiano iscrizioni contemporanee a testimonianza, ma solo riferimenti posteriori.<ref name=Treccani_2005>{{cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/l-archeologia-del-sud-est-asiatico-cambogia_%28Il_Mondo_dell%27Archeologia%29/|titolo = L'archeologia del Sud-Est asiatico. Cambogia - Il Mondo dell'Archeologia|autore=Charles F.W. Higham|coautori=Claude Jacques, Jean Boisselier, Miriam T. Stark, Gerd Albrecht, Pierre-Yves ManguinCharles F.W. Higham|editore=Treccani|anno=2005|accesso=7 gennaio 2015}}</ref><ref>{{cita pubblicazione|rivista=Siksacakr|numero=2|url=http://www.khmerstudies.org/download-files/publications/siksacakr/no2/consideration.pdf?lbisphpreq=1|titolo=Considerations on the Chronology and History of 9th Century Cambodia|editore=Center for Khmer Studies|autore=Karl-Heinz Golzio|anno=2001}}</ref>
 
Poco dopo la sua ascesa al trono nell'[[889]], a seguito di una lotta violenta per la successione, [[Yasovarman I]] spostò la capitale da Hariharalaya ad Angkor, attorno alla collina di [[Phnom Bakheng]], che fece terrazzare e adornò di santuari, creandovi il suo tempio di stato come nucleo della nuova capitale, chiamata da [[Bernard Philippe Groslier|Groslier]] "Yaśodharapura I". Edificò inoltre il primo grande bacino idrico di Angkor, il [[baray orientale]].<ref name=pbjacques/> Le ragioni di tale spostamento non sono chiare e sono state avanzate diverse ipotesi, per quanto appaia oggi comprovato che il fiume Siem Reap che approvvigiona il grande baray sia di natura completamente artificiale piuttosto che la rettificazione di un corso d'acqua esistente. Appare infatti creato con una diversione dal fiume Puok 10&nbsp;km a nord, contemporaneamente all'erezione dei templi.<ref group="N">Sono state avanzate diverse ipotesi per la scelta di Yasovarman, a partire dal non voler utilizzare la medesima sede reale e di culto di un predecessore da lui ucciso e voler piuttosto stabilire un proprio tempio di stato, più grande e maestoso di quelli dei predecessori, come affermazione di potere (vedi {{Cita|M.Freeman, C.Jacques, 1999|p.10}}). Altre tesi prendono in esame ragioni più pragmatiche, quali la maggior altezza del terreno del nuovo sito (quindi un minor rischio di inondazioni dal [[Tonlé Sap]], vedi {{cita conferenza|autore=Matti Kummu|anno=2003|mese=giugno|titolo=The Natural Environment and Historical Water Management of Angkor|conferenza=World Archaeological Congress 2003|città=Washington DC|p=15}}) o l'altezza della falda freatica, massima proprio nella locazione del baray orientale, vedi Acker ({{cita conferenza|autore=Robert Acker|titolo=Hidrology and the Siting of Yasodharapura|conferenza=Phnom Bakheng Workshop on Public Interpretation, Siem Reap (Cambogia), dicembre 2005|organizzazione=Center for Khmer Studies|anno=2006|url=http://www.khmerstudies.org/publications/Phnom_Bakheng.pdf|formato=PDF|ISBN=978-99950-51-03-7|pagine=73-86|accesso=14 agosto 2009|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090107014220/http://www.khmerstudies.org/publications/Phnom_Bakheng.pdf|dataarchivio=7 gennaio 2009}}, {{cita libro|titolo=Old Myths and New Approaches|curatore=Alexandra Haendel|editore=Monash University Publishing|anno=2012|capitolo=3 - Mysteries of Angkor revealed|altri=autore del cap.Bob Acker|pp=28-41|url_capitolo=https://books.google.it/books?id=EwvWBQAAQBAJ&pg=PA28|ISBN=978-1-921867-28-6}})</ref>
 
La mancanza di una regola chiara di successione diretta da padre a figlio, caratteristica dei regni khmer precedenti<ref group="N">l'importanza della linea materna nella trasmissione di titoli e diritti risale infatti all'epoca pre-angkoriana, vedi {{cita libro|autore=Michael Vickery|titolo=Society, economics, and politics in pre-angkor cambodia : The 7th-8th centuries|anno=1998|editore=Centre for East Asian Cultural Studies for Unesco, Toyo Bunko|pagine=260-270|isbn=978-4-89656-110-4}}</ref>, e la complessa rete di relazioni e parentele tra le famiglie nobili erano spesso all'origine di dispute violente tra gli eredi diretti e pretendenti che potevano vantare diritti alla successione. Ciò spiega inoltre l'utilizzo tipico da parte dei nuovi regnanti (specialmente nel IX e X secolo) di genealogie rivisitate a supporto dei propri diritti. Esse sono spesso incoerenti e citano linee regali pre-angkoriane. Ciò ha reso in qualche misura complicata e incerta la ricostruzione cronologica delle successioni.<ref>{{cita pubblicazione|rivista=Siksacakr|numero=4|url=http://www.khmerstudies.org/download-files/publications/siksacakr/no4/chronology.pdf?lbisphpreq=1|titolo=The Chronology of 9th Century Cambodia reconsidered once more|editore=Center for Khmer Studies|autore=Karl-Heinz Golzio|anno=2001}}</ref>