Sampierdarena: differenze tra le versioni

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=== Dal XVI al XVIII secolo ===
Dal [[XVI secolo|Cinquecento]] alla fine del [[XVIII secolo|Settecento]] l'area di Sampierdarena divenne una prestigiosa residenza suburbana per le ricche [[Famiglie genovesi|famiglie patrizie genovesi]]. Il fenomeno, già in atto sporadicamente a partire dal [[XIV secolo]], raggiunse il massimo splendore nel Cinquecento, quando sul principale asse viario del borgo, corrispondente alle attuali vie Daste e Dottesio, sul modello delle prestigiose dimore cittadine di [[Via Garibaldi (Genova)|Strada Nuova]] sorsero sontuosi palazzi che suscitarono anche l'ammirazione di illustri viaggiatori.<ref name="TCI"/><ref name="sampierdarena"/><ref name="demografia"/><ref name="guidadidgenova"/> Così il Giustiniani descrive la zona nei primi decenni del [[XVI secolo|Cinquecento]]:
{{citazione|''E chi volesse compiutamente narrare l'opportunità la magnificenza e la nobiltà di questa villa, sarebbe necessario farne un volume; nondimeno io ne dirò la sostanza brevemente. Contiene questa pieve una piaggia lunga un grosso miglio, tanto comoda al varar delle navi, che non potrebbe esser più; e par che la natura l'abbi fabbricata a quest'effetto. Le case de' cittadini con li giardini e ville loro sono magnifiche, ed in tanto numero, che accade a' forestieri, quali passano per S. Pier d'Arena … si credono essere in Genova, e certo la magnificenza di questi edificj, e l'amenità de' giardini, insieme con quelli dell'altre ville convicine alla città, hanno fatto scrivere al [[GiovanniFrancesco Petrarca|Petrarca]], che la beltà e superba edificazione delle case di Genova, è stata vinta e superata dalle fabbriche delle sue ville. Si fa in S. Pier d'Arena un mercato ogni settimana assai celebre, e si trovano in la villa tutte le cose necessarie al vivere, senza che la persona sia necessitata venire alla città.''|[[Agostino Giustiniani]], "Annali della Repubblica di Genova", 1537}}
 
Così il Giustiniani descrive la zona nei primi decenni del [[XVI secolo|Cinquecento]]:
{{citazione|''E chi volesse compiutamente narrare l'opportunità la magnificenza e la nobiltà di questa villa, sarebbe necessario farne un volume; nondimeno io ne dirò la sostanza brevemente. Contiene questa pieve una piaggia lunga un grosso miglio, tanto comoda al varar delle navi, che non potrebbe esser più; e par che la natura l'abbi fabbricata a quest'effetto. Le case de' cittadini con li giardini e ville loro sono magnifiche, ed in tanto numero, che accade a' forestieri, quali passano per S. Pier d'Arena … si credono essere in Genova, e certo la magnificenza di questi edificj, e l'amenità de' giardini, insieme con quelli dell'altre ville convicine alla città, hanno fatto scrivere al [[Giovanni Petrarca|Petrarca]], che la beltà e superba edificazione delle case di Genova, è stata vinta e superata dalle fabbriche delle sue ville. Si fa in S. Pier d'Arena un mercato ogni settimana assai celebre, e si trovano in la villa tutte le cose necessarie al vivere, senza che la persona sia necessitata venire alla città.''|[[Agostino Giustiniani]], "Annali della Repubblica di Genova", 1537}}
 
A quell'epoca veniva a prendere forma l'assetto urbanistico della cittadina, caratterizzato dalle ville e dagli insediamenti sorti a servizio di queste, oltre che dalle abitazioni più popolari, che formano, come ben evidenziato dal dipinto di [[Cristofaro Grasso|Cristoforo Grassi]] ''Veduta di Genova nell'anno 1481'', una lunga e ininterrotta palazzata lungo il litorale, quella che ancora oggi costituisce il lato a monte di via S. Pier d'Arena, alle cui spalle si distinguono le ville con i loro giardini, disposte in lotti regolari lungo la via principale.<ref name="sampierdarena"/><ref>Il [http://www.giuntafilippo.it/wp-content/uploads/2011/04/1481-GRASSI-1597b1.jpg dipinto del Grassi], conservato nel [[Museo navale di Pegli]], fu realizzato nel 1597 riprendendo un quadro di autore anonimo del 1481, andato perduto</ref>