Dharmakāya: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
ortografia
Botcrux (discussione | contributi)
m Bot: rimuovo righe e spazi in eccesso (vedi richiesta)
Riga 1:
Con il nome proprio sanscrito '''''Dharmakāya''''' (lett. "Corpo del Dharma" o "Corpo di Verità"; devanāgarī: धर्मकाय; cinese: 法身, ''Fǎshēn''; giapponese: '' Hōshin'' anche ''Hossin''; coreano: 법신, ''Pŏpsin''; vietnamita: ''Pháp thān''; tibetano: ''Chos sku'') si indica in quella lingua uno dei "corpi" del Buddha.
 
Nella sua accezione più diffuse uno dei due corpi di Buddha in quelle dottrine che gli affiancano il [[Rūpakāya]]; uno dei tre corpi del Buddha in quelle dottrine che gli affiancano il [[Nirmāṇakāya]] e il [[ Sambhogakāya]] (dottrine del ''[[Trikāya]]'').
 
==Nel [[Buddhismo dei Nikāya]]==
Riga 9:
 
==Nel [[Buddhismo Mahāyāna]]==
Nel Buddhismo Mahāyāna, l'interpretazione dei ''[[kāya]]'' ("corpi") del Buddha si colloca in una prospettiva mediana rispetto alle correnti del buddhismo dei Nikāya: né esclusivamente trascendenti, come per i Lokottaravāda, né esclusivamente umani come per i Theravāda.
 
Dal che per queste teologie, elaborate soprattutto da [[Asaṅga]], autore del III secolo di scuola [[Vijñānavāda]], quando un bodhisattva completa il percorso delle "Dieci terre" (''daśa bhūmi'') raggiungendo l'illuminazione completa (la ''anuttarā-samyak-saṃbodhi]]'') nel cielo di [[Akaniṣṭa]] (ultima dimora celeste della dimensione della "forma pura") esso realizza il Dharmakāya, il "Corpo del Dharma", il "Corpo Assoluto", il "Corpo di Verità" come proprio obiettivo. Allora da questo "corpo" emana un altro "corpo", il [[Rūpakāya]] ("Corpo della Forma"), al fine di beneficiare tutti gli esseri senzienti (''sattva'').
Riga 17:
Da tener presente che per queste dottrine i tre "corpi" sopramenzionati non vanno considerati separati, ma espressione di un'unica entità e di un'unica Illuminazione. Non solo, i due "corpi" che procedono dal [[Rūpakāya]] sono, come questo, emanazione diretta del Dharmakāya, senza risultarne mai separati.
 
Il Dharmakāya è quindi il "corpo" di essenzialità (''svābhāvikakāya''), esso è senza nascita-morte e consiste nella vacuità (''[[śūnyatā]]'') della stessa Illuminazione.
 
Così il ''[[Vajracchedikā prajñāpāramitāsūtra]]'':
{{q|Poi in quella occasione il Bhagavat pronunciò le seguenti stanze: <br /> "Coloro che mi hanno visto attraverso la mia forma fisica e coloro che mi hanno seguito attraverso il suono della mia voce si sono impegnati erroneamente nei loro sforzi. Quelle persone me non vedranno.<br />Un Buddha è visibile attraverso il Dharma, il Tathāgata ha il Dharma come corpo (Dharmakāya), e la vera natura del Dharma non può essere percepita dalla coscienza dei sensi, essa non si può discernere con la coscienza dei sensi.|''Vajracchedikāprajñāpāramitāsūtra'', 26|atha khalu bhagavāṃs tasyāṃ velāyām imā gāthā abhāṣataḥ <br />ye māṃ rūpeṇa adrākṣur ye māṃ ghoṣeṇa anvayuḥ mithyāprahāṇaprasṛtā na māṃ drakṣyanti te janāḥ<br />raṣṭavyo dharmato buddho dharmakāyas tathāgataḥ dharmatā cāpy avijñeyā na sā śakyaṃ vijānitum<br />|lingua=sa}}
 
==Bibliografia==
* [[Philippe Cornu]], ''Dizionario del Buddhismo''. Milano, Bruno Mondadori, 2003.
 
[[Categoria: Buddhismo]]
 
[[Categoria: Buddhismo]]