Italia medievale: differenze tra le versioni

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{{Vedi anche|Comune medievale}}
Intorno all'[[XI secolo]] si ha in [[Europa]] la fine delle invasioni: i [[magiari]] sono definitivamente sconfitti, i [[saraceni]] smettono di saccheggiare le coste italiane e i [[normanni]] si stabilizzano in [[Normandia]] e nel sud Italia. A ciò si unisce una generale ripresa demografica e l'introduzione di nuove tecniche agricole come la [[rotazione triennale delle colture]] e l'[[aratro|aratro pesante]] che permettono di avere raccolti più abbondanti. La popolazione tende a trasferirsi dalle campagne alle città che divengono i nuovi centri della società. Si sviluppano l'artigianato e il [[commercio]] e conseguentemente la [[moneta]] assume un'importanza maggiore. I mercati tendono ad allargarsi e si forma dunque una nuova classe media di [[Mercante|mercanti]] e [[Banchiere|banchieri]] che mal si concilia con le istituzioni feudali.
 
Si registra un rapido sviluppo culturale: è in questo periodo, tra l'altro, che viene fondata la prima università del mondo occidentale: l' [[Università di Bologna]] (1088)
 
Così molte città del nord e del centro Italia tendono a staccarsi dalle istituzioni feudali e a divenire indipendenti dal potere imperiale. È questo il caso di città come [[Milano]], [[Verona]], [[Bologna]], [[Firenze]], [[Siena]] e di molte altre che si costituiscono "[[Comune medievale|Liberi Comuni]]". Inizialmente il comune è retto da un Consiglio generale (spesso chiamato Arengo) che elegge due [[console (storia medievale)|consoli]]. Successivamente in molti comuni fu istituito il [[podestà (medioevo)|podestà]], una persona, possibilmente straniera, che reggeva il comune e si presumeva essere al di sopra delle parti. Spesso i cittadini si riunivano in [[Corporazioni delle arti e mestieri|corporazioni]] o arti in modo da tutelare e regolamentare gli appartenenti a una stessa categoria professionale.