Publio Vatinio: differenze tra le versioni

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| data di morte =
| luogo di morte =
| pretura = [[55 a.C.]]
| consolato = [[47 a.C.]]
| tribunato consolare =
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Vatinio fu [[questore (storia romana)|questore]] nel [[63 a.C.]], lo stesso [[anno]] del [[console romano|consolato]] di [[Marco Tullio Cicerone]], che lo inviò a [[Pozzuoli]]. Ma Vatinio fu così rapace che gli abitanti di Pozzuoli protestarono proprio presso Cicerone. Servì poi come [[legatus|legato]] di [[Gaio Cosconio]] e anche in questo caso Cicerone lo accusò di ruberie e malversazioni.
 
Nel [[59 a.C.|59]] divenne [[tribuno della plebe]] al soldo del console [[Gaio Giulio Cesare]], a favore del quale avanzò molte proposte di [[legge]], tra cui la famosa ''[[lex Vatinia]]'' che diede a Cesare per un quinquennio il [[proconsole|proconsolato]] delle [[provincia romana|province]] della [[Gallia Cisalpina]] e ldell'[[Illiricum|Illirico]],<ref>{{cita|Plutarco|''Cesare'', 14; ''Pompeo'', 48.3; ''Crasso'', 14.3}}.</ref> a cui un [[senatoconsulto]] aggiunse la [[Gallia Transalpina]].<ref>{{cita|Cassio Dione|XXXVIII, 85}}; {{cita|Svetonio, ''Vite dei Cesari''|''Cesare'', 22}}; {{cita|Keppie 1998|pp. 80-81}}.</ref> Fu durante il suo tribunato che il delatore [[Lucio Vezio]] accusò molti importanti uomini di [[stato]], tra cui Cicerone (fiero nemico di Vatinio), di complottare contro la vita di [[Pompeo Magno]].
 
Vatinio servì poi sotto Cesare come legato in [[Conquista della Gallia|Gallia]], ma ritornò presto a [[Roma (città antica)|Roma]] per ragioni politiche, ma mancò la nomina a [[pretore (storia romana)|pretore]]. Continuò poi il suo "scontro" con Cicerone, testimoniando contro due amici di quest'ultimo, [[Tito Annio Milone|Milone]] (nel [[52 a.C.]]) e [[Publio Sestio|Sestio]] (nel [[56 a.C.]]). In risposta Cicerone difese Sestio, attaccando Vatinio nell'orazione ''[[In Vatinium testem]]''.