Palazzo di Giustizia (Roma): differenze tra le versioni

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L'edificio, costruito dalla ditta Ricciardi Borrelli & Mannajuolo e ispirato all'[[Architettura rinascimentale|architettura tardorinascimentale]] e [[Architettura barocca|barocca]] secondo il gusto dello [[stile umbertino]] allora in voga, si presenta di grandi dimensioni (metri 170 x 155)<ref name="Touring_Roma">{{Cita libro |autore = [[Touring Club Italiano]] |serie = Collana ''Guida d'Italia'' |titolo = Roma |edizione = 8 |città = Milano |editore = |anno = 1993 |pagine = 672-673 |isbn = 88-365-0508-2}}</ref> ed è completamente rivestito di [[travertino]]. È sormontato, nel lato rivolto verso il [[Tevere]], da una grande ''[[Quadriga]]'' in [[bronzo]], posta nel [[1926]]<ref name="Tagliaferri"/>, opera dello [[scultore]] [[Palermo|palermitano]] [[Ettore Ximenes]].
 
Ai lati dell'ingresso sono poste le statue di 8 [[giureconsulti]]. In piedi vi sono [[Cicerone]], [[Papiniano]], [[Giovanni Battista De Luca]] e [[Giambattista Vico]] mentre sedutoseduti vi sono [[Gaio]], [[Erennio Modestino]], [[Lucio Licinio Crasso]] e [[Salvio Giuliano]], questi ultimi nella realizzazione dello scultore [[Emilio Gallori]]. La parte superiore della [[facciata]] posteriore, prospiciente piazza Cavour, è arricchita da uno [[stemma]] in bronzo di [[Casa Savoia]].
 
All'interno la Sala della Corte di cassazione, conosciuta anche con il nome di Aula Magna o come il Calderini preferiva denominarla sulle proprie planimetrie Aula Massima, è ornata da diversi [[affreschi]] tra i quali quelli dedicati al ciclo su ''La scuola del diritto di Roma'', iniziato dal [[Siena|senese]] [[Cesare Maccari]], interrotto nel 1909 per la paralisi improvvisa dell'autore e proseguito, sino al [[1918]], dal suo allievo [[Paride Pascucci]].<ref name="Tagliaferri"/>