Felice Giani: differenze tra le versioni

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Nel [[1784]] Giani si mise in luce vincendo il secondo premio ad un concorso di disegno dell'Accademia di [[Parma]], città che in quegli anni era artisticamente all'avanguardia come centro propulsore del nascente [[Neoclassicismo]]. Allo stesso concorso aveva partecipato anche un altro futuro artista "irregolare", il giovanissimo [[Francisco Goya]].
 
Nel [[1786]] si trasferì a [[Faenza]] per decorare la Galleria del Palazzo Conti-Sinibaldi e la Galleria dei Cento Pacifici (con l'aiuto del Barozzi). L'anno successivo fu nominato membro accademico d'onore dell'Accademia Clementina di [[Bologna]]. Dopo un nuovo periodo romano ([[1788]]-[[1794]]), Giani completò la sua formazione con un viaggio a [[Napoli]], [[Ercolano]] e [[Pompei]], per poi fare ritorno a [[Faenza]] dove lavorò alla Galleria di [[Palazzo Laderchi]]. Nel [[1802]] è la volta di [[Palazzo Milzetti]], sempre a Faenza, forse il suo capolavoro. Nel [[1803]] fu chiamato a [[Parigi]] per decorare i Gabinetti Napoleonici alla Malmaison. Una sua presenza al distrutto [[palazzo delle Tuileries]], sebbene tradizionalmente ripetuta, non è per nulla certa.
 
Negli anni seguenti realizzò commissioni a [[Bologna]], [[Roma]], nel nuovo palazzo imperiale di [[Venezia]], a [[Ferrara]], a [[Ravenna]] e a [[Forlì]], dove si segnalano, in particolare, gli affreschi di [[palazzo Gaddi di Forlì|palazzo Gaddi]], del [[Palazzo Talenti Framonti]] e del [[Palazzo Comunale di Forlì|Palazzo Comunale]], attualmente visibili negli uffici del sindaco. Gli è anche attribuita una ''Deposizione'', attualmente nella [[Pinacoteca civica di Forlì]]. A [[Cesena]] realizzò il ciclo decorativo di [[Palazzo Sirotti Gaudenzi]], completamente conservato e composto da varie tempere, tra cui "la partenza di Attilio Regolo" e "Edipo davanti alla grotta delle Eumenidi".