Skopas: differenze tra le versioni

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Ogni tentativo di ricostruzione cronologica dell'attività di Skopas è stato effettuato a partire dalla data di costruzione del [[Mausoleo di Alicarnasso]] nel [[353 a.C.|353]]-[[351 a.C.]], del quale gli sono attribuite le figure del fregio sul lato orientale (''Amazzonomachia''). Per le somiglianze stilistiche tra le sculture di Tegea e alcune parti della decorazione scultorea del [[tempio di Asclepio (Epidauro)|tempio di Asclepio a Epidauro]], [[Andrew Stewart]] ha ipotizzato una prima formazione di Skopas in quest'ultimo cantiere, datato tra il [[380 a.C.|380]] e il [[375 a.C.]] Tra il [[370 a.C.|370]] e il [[360 a.C.]] dovette svolgersi un periodo di formazione ateniese, durante il quale Skopas entrò in contatto con le opere di [[Fidia]] e dei suoi discepoli, e dove perfezionò la propria tecnica. A questo periodo e alla tradizione attica è di solito riferita la statua detta ''Apollo Palatino'' ([[Gaio Plinio Secondo|Plinio]], ''Nat. hist.'', XXXVI, 25; [[Properzio]], II, 31), dal nome del tempio romano dove fu condotta da [[Augusto]] (il [[tempio di Apollo Palatino]]) e dove fu installata insieme all<nowiki>'</nowiki>''Artemide'' di [[Timoteo (scultore)|Timoteo]]; l'opera è nota da riproduzioni su monete imperiali romane, da alcune copie acefale e dal rilievo della ''Base di Augusto'' conservata a [[Sorrento]].<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Giulio Emanuele Rizzo|titolo=La base di Augusto|rivista=Bollettino della commissione archeologica comunale di Roma|volume=60|anno=1932|pp=67-71|issn=1120-1061}}</ref>
 
Pausania riferisce di una statua di [[Eracle]] eretta nel ginnasio presso l'agorà di [[Sicione]] (Paus., II, 10.1) attribuendola a Skopas. L'opera, riferibile al [[360 a.C.]] circa è stata identificata nell<nowiki>'</nowiki>''Eracle Lansdowne''<ref>{{Cita web|autore=The J. Paul Getty Museum|titolo=The Lansdowne Herakles|url=http://www.getty.edu/art/gettyguide/artObjectDetails?artobj=7638|accesso=3 aprile 2013|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110504142125/http://www.getty.edu/art/gettyguide/artObjectDetails?artobj=7638|dataarchivio=4 maggio 2011}}</ref> da [[Botho Graef]] e da [[Adolf Furtwängler]] e più tardi nell<nowiki>'</nowiki>''Eracle Hope'' ora al [[Los Angeles County Museum of Art]]. Nessuno dei due collegamenti è privo di incertezze; le teste di entrambe le tipologie sono state inoltre variamente collegate alla testa del tipo detto di [[Genzano di Roma|Genzano]], dal luogo di ritrovamento dell'erma conservata al [[British Museum]].<ref>{{Cita web|autore=The British Museum|titolo= Sculpture 1731|url=http://www.britishmuseum.org/research/search_the_collection_database/search_object_details.aspx?objectid=460033&partid=1&searchText=Genzano&numpages=10&orig=%2fresearch%2fsearch_the_collection_database.aspx&currentPage=1|accesso=3 aprile 2013}}</ref> L'impianto dell<nowiki>'</nowiki>''Eracle Lansdowne'' è policleteo, ma l'anatomia e l'espressione patetica del volto presentano una spiccata originalità.
 
Plinio ricorda la partecipazione di Skopas alla ridecorazione dell'[[Tempio di Artemide (Efeso)|Artemision]] di [[Efeso]], dopo la distruzione dovuta ad un incendio nel [[356 a.C.]], per scolpire una delle ''columnae caelatae'' del tempio (''Nat. hist.'', XXXVI, 95). I frammenti superstiti, più che riferirsi allo stile di Tegea, sembrano opera di maestranze attiche,<ref>{{Cita|Stewart 1977|p. 103.}}</ref> la presenza di Skopas a Efeso non è tuttavia da escludersi e la sua collaborazione in fase progettuale potrebbe essere supportata dalla scelta per l'Artemision di temi marini che ricordano il ''[[Ara di Domizio Enobarbo|tiaso marino]]'' che di nuovo Plinio attribuisce a Skopas (''Nat. hist.'', XXXVI, 25-26).<ref>{{Cita|Geominy 1997|in EAA, s.v. ''Skopas''.}}</ref>
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=== Menade di Dresda ===
{{Vedi anche|Menade danzante}}
La menade di Dresda (Staatliche Kunstsammlungen 133)<ref>{{Cita web|autore= Staatliche Kunstsammlungen Dresden|titolo=Statue einer tanzenden Mänade|url=http://skd-online-collection.skd.museum/en/contents/showSearch?id=166130|sito=Online Collection|accesso=4 aprile 2013|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304201556/http://skd-online-collection.skd.museum/en/contents/showSearch?id=166130|dataarchivio=4 marzo 2016}}</ref> è solitamente ritenuta copia, in scala ridotta, di quella menade opera di Skopas descritta da [[Callistrato (sofista)|Callistrato]] nelle sue ''Ekphràseis''. L'identificazione è stata effettuata inizialmente da [[Georg Treu]] e [[Karl Anton Neugebauer]]. L'originale è generalmente datato all'ultimo periodo del lavoro di Skopas, verso il 330 a.C.; Stewart tuttavia, in base alle caratteristiche della modellazione del corpo e alla struttura della testa considera l'opera databile ad un periodo antecedente al Mausoleo di Alicarnasso. Il movimento della figura, costituito da una doppia torsione attorno ad un asse centrale, è teso ad esprimere la frenesia della danza bacchica con realismo ma senza oltrepassare i confini del linguaggio classico. La spirale completa è stata evitata dando luogo ad una tridimensionalità indotta nella mente dell'osservatore piuttosto che esplicita. L'opera inoltre sembra destinata ad essere osservata prevalentemente dal lato sinistro e potrebbe essere stata originariamente collegata ad una parete di fondo. Il tipo di torsione messo in atto nella menade è molto simile a quello della figura del guerriero ferito all'angolo destro del frontone occidentale del tempio di Asclepio a Epidauro ed è possibile che a Epidauro sia nato l'interesse di Skopas per le possibilità offerte da questo tipo di movimento.<ref>{{Cita|Stewart 1977|pp. 91-93.}}</ref>
 
=== Tiaso marino ===