Lelio Basso: differenze tra le versioni

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Tornò a Milano nel [[1931]] e mentre faceva pratica da avvocato si laureò con una tesi su [[Rudolf Otto]]. Nel [[1934]] tornò a fare politica in qualità di direttore del "Centro interno socialista", insieme a [[Rodolfo Morandi]], [[Lucio Luzzatto]] ed [[Eugenio Colorni]]. Questo impegno fu però interrotto da un ulteriore arresto e la successiva reclusione nel [[campo di concentramento]] di [[Colfiorito]] (frazione di [[Foligno]] in provincia di [[Perugia]]) dal [[1939]] al [[1940]], insieme ad altri intellettuali antifascisti come [[Carlo Venegoni]] e [[Gilberto Gilioli]].
 
Dopo lunghi, segreti preparativi, fu presente a Milano alla fondazione del [[Movimento di Unità Proletaria]] (MUP) il 10 gennaio [[1943]]<ref>Cfr. Andrea Becherucci, ''Soprattutto socialista'', in ''[[Mondoperaio]]'', n° 10, 2014, p. 63.</ref>. Il gruppo dirigente del movimento era formato da Basso, [[Lucio Mario Luzzatto|Lucio Luzzatto]], [[Roberto Veratti]] e Umberto Recalcati.
 
Alla luce dell'esperienza maturata in quegli anni, a livello storiografico avrebbe poi proposto "una definizione della [[Resistenza]] italiana mirante
a sottolineare il momento di diretta assunzione della responsabilità storica
da parte delle masse popolari nel <volontariato di massa>> che la Resistenza
per la prima volta realizza nella storia italiana. Questo rilievo rimanda per
un verso alla valutazione dei rapporti fra la Resistenza e la precedente storia italiana, in particolare il [[Risorgimento]], per un altro alla correlazione fra la Resistenza italiana e le forze operanti nella coalizione antihitleriana durante la seconda guerra mondiale"<ref>Ernesto Ragionieri, ''La Conferenza di Varsavia sul carattere nazionale e internazionale della Resistenza'', Studi Storici, Anno 3, No. 2 (Apr. - Jun., 1962), p. 446.</ref>.
 
=== La nascita del PSIUP ===