Geert Groote: differenze tra le versioni

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Nel [[1362]] fu assunto come [[insegnante]] alla scuola canonicale di Deventer. Alcuni anni più tardi, nel [[1366]], un compatriota lo mandò ad [[Avignone]] a svolgere una missione segreta presso [[papa Urbano V]].
 
Lo troviamo poi a [[Colonia (Germania)|Colonia]] ada insegnare [[filosofia]] e teologia, godendosi due [[prebenda|prebende]] e ingenti risorse. Portò avanti una vita di lussi e molto [[secolarizzazione|secolarizzata]]. Cominciò a riflettere sui pericoli di quella vita e su quelli della [[vanità]] quando incontrò un suo vecchio compagno di studi della Sorbona, [[Enrico Egher di Kalcar]], [[priore]] della [[Certosa]] di Munnikhuizen vicino ad [[Arnhem]]. Subito Geert rinunciò a prebende, possedimenti e lussi, e si dedicò seriamente alla pratica della [[vita devota]].
 
In quel periodo visitò spesso a [[Prepositura di Groenendael|Groenendael]] il famoso [[asceta]] [[Jan van Ruisbroek]], e fu senz'altro dietro consiglio di costui che si ritirò nel monastero di Munnikhuizen, dove passò tre anni in raccoglimento e [[preghiera]]. Da quest'esperienza di ritiro uscì nel [[1379]], [[diacono]] e con il permesso di [[predicazione|predicare]] nella diocesi di Utrecht. Tale ministero gli attirò attorno giovani in gran numero. Inviò alcuni di loro alle sue scuole, occupò altri nel lavoro di trascrivere buoni libri, insegnò a tutti la [[pietà (teologia)|pietà]] [[cristianesimo|cristiana]].
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Prima che arrivasse la risposta del Papa al suo appello, Geert De Groote morì per il [[contagio]] della [[peste]] nell'assistenza ai malati.
 
A Groote la letteratura deve molto in generale, sia per la diffusione del sapere chesia per lo sviluppo della lingua locale nei Paesi Bassi e in Germania.
 
Tra le sue biografie, la ''Vita Gerardi Magni'' di [[Tommaso da Kempis]] è un punto di riferimento obbligato.