Influenza: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m Annullate le modifiche di 5.90.139.138 (discussione), riportata alla versione precedente di 79.37.228.185
Etichetta: Rollback
Aggiunta nota per referenza; typo
Riga 9:
|editore=World Health Organization|accesso=19 dicembre 2015}}</ref>. I sintomi possono essere da lievi a severi; i più comuni sono [[febbre]], faringodinia (mal di gola), [[rinorrea]] (naso che cola), [[mialgia|mialgie]] e [[artralgia|artralgie]] (dolori ai muscoli e alle articolazioni), [[cefalea]], [[tosse]] e malessere generale. Tipicamente i sintomi iniziano due giorni dopo l'esposizione al virus (periodo di incubazione) e generalmente durano meno di una settimana.
 
La tosse può durare anche più di due settimane. Nei bambini ci può essere [[nausea]] e [[vomito]], che in realtà non sono comuni nell'adulto. La nausea e il vomito sono presenti più comunemente in [[Gastroenterite|infezioni gastroenteriche]] non correlate al virus dell'influenza, che a volte, in maniera inappropriata, sono chiamate “influenza intestinale”.<ref> {{Cita libro |titolo = Microbiologia medica |autore1 = Patrick R. Murray |autore2 = Ken Rosenthal |autore3 = Michael Pfaller |altri = Questa traduzione del volume Medical Microbiogy è pubblicata in accordo con Elsevier Inc. |url = https://books.google.it/books?id=s6o3DwAAQBAJ&printsec=frontcover&hl=it#v=snippet&q=%22influenza%20intestinale%22%22&f=false |editore = Edra |città = Milano |ISBN = 8821443779 |citazione = Il termine influenza, tuttavia, viene erroneamente usato anche per altre influenze respiratorie e virali (ad esempio, "influenza intestinale"). |accesso = 6 marzo 2018 }}</ref> La malattia può colpire anche le vie respiratorie basse. Le complicanze dell'influenza includono la [[Polmonite|polmonite virale]], la polmonite batterica secondaria, l'infezione dei seni paranasali, il peggioramento di problemi di salute preesistenti, come l'[[asma]] e lo [[scompenso cardiaco]]<ref>{{cita|Harrison's|cap. 187}}</ref>.
 
Tre tipi di virus dell'influenza infettano l'uomo: sono chiamati Tipo A, Tipo B e Tipo C. Di solito il virus è [[contagio|trasmesso per via aerea]] con la tosse o gli starnuti: ciò si ritiene che accada per lo più a distanza relativamente ravvicinata. l'influenza può essere spesso trasmessa toccando superfici contaminate dal virus e poi portandosi le mani alla bocca e agli occhi<ref name="pmid17376383">{{Cita pubblicazione | cognome = Brankston | nome = G. | coautori = L. Gitterman; Z. Hirji; C. Lemieux; M. Gardam | titolo = Transmission of influenza A in human beings. | rivista = Lancet Infect Dis | volume = 7 | numero = 4 | pp = 257-65 | mese = Apr | anno = 2007 | doi = 10.1016/S1473-3099(07)70029-4 | pmid = 17376383 }}</ref>. Il periodo di contagiosità inizia un giorno prima della comparsa dei sintomi e termina circa una settimana dopo; bambini e persone immunodepresse possono essere contagiose per un periodo più lungo<ref>{{cita web|url=http://www.cdc.gov/flu/keyfacts.htm |titolo= Centers of Disease Control and Prevention, USA.gov: Key Facts about Influenza (Flu) & Flu Vaccine
|accesso=19 dicembre 2015}}</ref>. L'infezione può essere confermata cercando il virus nelle secrezioni della gola, del naso, delle vie aeree più basse ([[espettorato]]) e nella saliva. Il test più accurato è la ricerca dell'RNA virale con PCR ([[Reazione a catena della polimerasi|polymerase chain reaction]]).
 
Il frequente lavaggio delle mani riduce il rischio di infezione poiché il virus è inattivato dal sapone<ref name="pmid21735402">{{Cita pubblicazione | cognome = Jefferson | nome = T. | coautori = CB. Del Mar; L. Dooley; E. Ferroni; LA. Al-Ansary; GA. Bawazeer; ML. van Driel; S. Nair; MA. Jones; S. Thorning; JM. Conly | titolo = Physical interventions to interrupt or reduce the spread of respiratory viruses. | rivista = Cochrane Database Syst Rev | numero = 7 | pp = CD006207 | anno = 2011 | doi = 10.1002/14651858.CD006207.pub4 | pmid = 21735402 }}</ref>. È anche utile indossare una mascherina chirurgica. La [[vaccino antinfluenzale|vaccinazione annuale contro l'influenza]] è raccomandata dall'[[Organizzazione Mondiale della Sanità]] per i soggetti ad elevato rischio.
 
Il vaccino è di solito efficace contro tre o quattro tipi di influenza ed è usualmente ben tollerato. Il vaccino preparato per un anno può non essere utile nell'anno successivo, dal momento che il virus evolve rapidamente. Sono stati utilizzati alcuni [[antivirali|farmaci antivirali]] come l'inibitore della neuraminidasi [[oseltamivir]] per trattare l'influenza. I loro benefici in persone per altri aspetti sane non appaiono superare i loro rischi<ref name="pmid23565231">{{Cita pubblicazione | cognome = Michiels | nome = B. | coautori = K. Van Puyenbroeck; V. Verhoeven; E. Vermeire; S. Coenen | titolo = The value of neuraminidase inhibitors for the prevention and treatment of seasonal influenza: a systematic review of systematic reviews. | rivista = PLoS One | volume = 8 | numero = 4 | pp = e60348 | anno = 2013 | doi = 10.1371/journal.pone.0060348 | pmid = 23565231 }}</ref>. Non sono stati trovati benefici anche nei pazienti con altre patologie<ref name="pmid22997224">{{Cita pubblicazione | cognome = Ebell | nome = MH. | coautori = M. Call; J. Shinholser | titolo = Effectiveness of oseltamivir in adults: a meta-analysis of published and unpublished clinical trials. | rivista = Fam Pract | volume = 30 | numero = 2 | pp = 125-33 | mese = Apr | anno = 2013 | doi = 10.1093/fampra/cms059 | pmid = 22997224 }}</ref>.
 
L'influenza si diffonde nel mondo in epidemie annuali, provocando da tre a cinque milioni di casi gravi e da 250.000 a 500.000 morti. Nel sud e nel nord del mondo l'epidemia si presenta soprattutto in inverno mentre nelle aree intorno all'equatore le epidemie si diffondono in qualsiasi parte dell'anno. La mortalità è maggiore tra i più giovani, gli anziani e le persone con altri problemi di salute. Le grandi epidemie, conosciute come [[pandemia|pandemie]] sono meno frequenti. Nel XX secolo si sono verificate tre grandi pandemie di influenza: l'[[influenza spagnola]] nel 1918, [[Pandemia influenzale|l'influenza asiatica]] nel 1958 e l'influenza Hong Kong nel 1968<ref>{{cita web|url= http://www.who.int/csr/disease/influenza/pandemic10things/en/index.html|titolo= Ten things you need to know about pandemic influenza
Riga 29:
I sintomi dell'influenza umana furono descritti da [[Ippocrate di Coo|Ippocrate]] circa 2400 anni fa<ref>{{Cita pubblicazione | cognome =Martin | nome = P | coautori = Martin-Granel E | titolo=2,500-year evolution of the term epidemic | url= http://www.cdc.gov/ncidod/EID/vol12no06/05-1263.htm#cit | rivista=Emerg Infect Dis | anno=2006 | mese=giugno| volume=12 | numero=6 | pmid=16707055 }}</ref><ref>{{Cita web | autore=Hippocrates | coautori = [[Francis Adams (translator)|Adams, Francis]] (transl.) | titolo=Of the Epidemics | url= http://classics.mit.edu/Hippocrates/epidemics.html | data= 400 BCE | accesso=18 ottobre 2006}}</ref>. Da allora, il virus ha causato diverse [[pandemia|pandemie]]. I dati storici sono difficili da interpretare, poiché i sintomi possono essere simili a quelli di altre malattie come [[difterite]], [[febbre tifoide]] o [[dengue]]. La parola "influenza" venne introdotta all'inizio del [[XV secolo|Quattrocento]] in [[Italia]] per descrivere un'epidemia causata dall'influenza degli astri; lo stesso termine venne accolto nella lingua inglese nel [[XVIII secolo|Settecento]], mentre i francesi chiamarono la malattia con il nome di ''grippe''.<ref name="Inf">"L'epidemiologia dell'influenza", Martin M.Kaplan e Robert G.Webster, pubbl. su "Le Scienze (Scientific American)", num.114, febbr.1978, pag.84-94</ref> La prima registrazione certa di una pandemia di influenza risale al [[1580]], quando il virus si sviluppò in Asia e si sparse in Europa attraverso l'Africa. La mortalità era elevata anche a causa dell'abitudine di effettuare [[salasso|salassi]]. Nella Roma del [[Rinascimento italiano|Rinascimento]] circa 8000 persone perirono e gravi focolai si ebbero in molte città spagnole. La pandemia continuò sporadicamente attraverso il XVII e il XVIII secolo, e nel 1830-1833 fu particolarmente estesa, infettando circa un quarto della popolazione esposta<ref name=Potter>{{Cita pubblicazione | cognome =Potter | nome = CW| titolo=A History of Influenza | url= http://www.blackwell-synergy.com/doi/full/10.1046/j.1365-2672.2001.01492.x | rivista= J Appl Microbiol. | anno=2006 | mese=ottobre| volume=91 | numero= 4 | pp=572–579| pmid=11576290}}</ref>.
 
La più famosa e letale pandemia fu la cosiddetta "[[Influenza spagnola]]"<ref name = "Taubenberger">{{Cita pubblicazione | cognome = Taubenberger | nome = J | coautori = Morens D | titolo = 1918 Influenza: the mother of all pandemics. | url = http://www.cdc.gov/ncidod/EID/vol12no01/05-0979.htm | rivista = Emerg Infect Dis | volume = 12 | numero = 1 | pp = 15–22 | anno = 2006 | pmid = 16494711 }}</ref> (influenza di [[Influenzavirus A|tipo A]], sottotipo [[H1N1]]), che comparve dal [[1918]] al [[1919]]. La denominazione fu impropria, dato che le tracce storiche attribuiscono ad altri luoghi l'apparizione dei primi casi, vedi l'ondata epidemica [[Cina|cinese]] nel marzo 1918 oppure quella tra le truppe [[statunitensi]] in servizio nel [[Kansas]].<ref name="Inf"/> Stime successive indicarono da 40 a 50 milioni di vittime<ref name=Patterson1>{{Cita pubblicazione | cognome =Patterson | nome = KD | coautori = Pyle GF | titolo=The geography and mortality of the 1918 influenza pandemic. | rivista= Bull Hist Med. | anno=1991 | mese=Spring | volume=65 | numero=1 | pp=4–21 | pmid=2021692 }}</ref>, mentre stime attuali indicano un numero variabile tra 50 e 100 milioni di persone uccise dal virus<ref name=Knobler>{{Cita libro | curatore=Knobler S, Mack A, Mahmoud A, Lemon S | titolo = The Threat of Pandemic Influenza: Are We Ready? Workshop Summary (2005) | capitolo=1: The Story of Influenza | pagine = 60–61 | urlcapitolo=http://darwin.nap.edu/books/0309095042/html/60.html | editore=The National Academies Press | città=Washington, D.C.}}</ref>. Questa pandemia è stata descritta come "il più grande olocausto medico della storia", e potrebbe aver ucciso tante persone quante ne fece la [[peste nera]]<ref name=Potter/>. Questo terribile numero di vittime venne causato da un tasso di infezione estremamente elevato (superiore al 50%) e l'estrema gravità dei sintomi, causati forse da una "tempesta citochinica"<ref name=Patterson1/>. Infatti i sintomi nel [[1918]] erano talmente inusuali che inizialmente venne diagnosticata come dengue, [[colera]] o [[Tifo esantematico|tifo]]. Un osservatore scrisse: "Una delle complicazioni più impressionanti è l'emorragia dalle membrane delle mucose, specialmente il naso, lo stomaco e l'intestino. Può accadere anche il sanguinamento dalle orecchie o da [[Petecchia (medicina)|petecchie emorragiche]] sulla pelle"<ref name=Knobler/>. La maggioranza delle morti avvenne a causa di [[polmonite batterica]], una [[infezione secondaria]] provocata dall'influenza, ma il virus uccise anche direttamente, causando emorragie massive ed [[edema polmonare|edemi polmonari]]<ref name=autogenerato1>{{Cita pubblicazione | cognome = Taubenberger | nome = J | coautori = Reid A, Janczewski T, Fanning T | titolo = Integrating historical, clinical and molecular genetic data in order to explain the origin and virulence of the 1918 Spanish influenza virus. | rivista = Philos Trans R Soc Lond B Biol Sci | volume = 356 | numero = 1416 | pp = 1829–39 | anno = 2001 | mese=Dec 29 | pmid = 11779381 | url= http://www.journals.royalsoc.ac.uk/(3sud2455cjw1ut55yowx1d45)/app/home/contribution.asp?referrer=parent&backto=issue,3,22;journal,61,225;linkingpublicationresults,1:102022,1}}</ref>.
 
L'influenza spagnola fu veramente globale, estendendosi addirittura fino all'[[Artide]] e alle isole remote del [[Oceano Pacifico|Pacifico]]. Questa malattia insolitamente grave uccise tra il 2% e il 20% degli infetti (il rapporto tra contagi letali e contagi totali diagnosticati è detto '''tasso di letalità''' o, in inglese, '''Case Fatality Ratio''' - da non confondersi con il [[tasso di mortalità]]), a differenza delle normali epidemie di influenze che si aggira attorno allo 0,1%<ref name=Taubenberger/><ref name=Knobler/>. Un'altra strana caratteristica della pandemia era costituita dalla mortalità molto elevata in giovani adulti, in quanto il 99% dei decessi totali fu di persone con meno di 65 anni, e più della metà delle morti tra adulti dai 20 ai 40 anni<ref>{{Cita pubblicazione | cognome = Simonsen | nome = L | coautori = Clarke M, Schonberger L, Arden N, Cox N, Fukuda K | titolo = Pandemic versus epidemic influenza mortality: a pattern of changing age distribution. | rivista = J Infect Dis | volume = 178 | numero = 1 | pp = 53–60 | anno = 1998 | mese=luglio| pmid = 9652423 }}</ref>. Questa caratteristica è strana poiché l'influenza è normalmente più letale in persone molto giovani (sotto i 2 anni) e molto anziane (oltre i 70 anni). La mortalità totale della pandemia non è nota, ma è stimata tra il 2,5% e il 5% della popolazione mondiale. 25 milioni di persone potrebbero essere morte nelle prime 25 settimane. In paragone l'[[AIDS]] ha ucciso 25 milioni di persone nei primi 25 anni<ref name=Knobler/>.
Riga 112:
I virus del tipo A sono i patogeni più virulenti nell'uomo e causano le malattie più gravi.
 
A seconda delle glicoproteine di superficie, il virus A si suddivide in sottotipi (o serotipi). Si conoscono 18 sottotipi di emoagglutinina (da H1 a H18) e 11 sottotipi di neuraminidasi (da N1 a N11)<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Ying Wu, Yan Wu, Boris Tefsen, Yi Shi, George F. Gao|titolo=Bat-derived influenza-like viruses H17N10 and H18N11|anno=2014|rivista=Trends in Microbiology|volume=22|numero=4|pp=183--191 |DOI=10.1016/j.tim.2014.01.010|url=http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24582528}}</ref>. Tutti i sottotipi sono stati ritrovati nelle specie aviarie, mentre l'uomo e altri animali ospitano solo alcuni sottotipi: ciò significa che sono gli uccelli i serbatoi naturali del virus A. In particolare i volatili acquatici selvatici sono ospiti naturali per una grande varietà di virus di tipo A, che occasionalmente sono trasmessi alle altre specie e potrebbero essere la causa di focolai devastanti nel pollame domestico oppure di pandemie nell'uomo<ref name=sobrino6>{{Cita libro |urlcapitolo=http://www.horizonpress.com/avir|autore=Klenk et al|anno=2008|capitolo=Avian Influenza: Molecular Mechanisms of Pathogenesis and Host Range|titolo=Animal Viruses: Molecular Biology|editore=Caister Academic Press|isbn=978-1-904455-22-6}}</ref>.
 
Le pandemie del [[1918]]-[[1919|19]] ([[Influenza spagnola|spagnola]], causata dal sottotipo H1N1), [[1957]]-[[1958|58]] ([[Influenza asiatica|asiatica]], causata dal sottotipo H2N2) e [[1968]]-[[1969|69]] ([[Influenza di Hong Kong|Hong Kong]], sottotipo H3N2) sono state effetto di un rimescolamento genico di virus aviari e umani, ma la trasmissione di un [[Influenza aviaria|virus aviario]] all'uomo può causare una malattia grave anche senza rimescolamento (ad es. il focolaio avvenuto nel [[1997]] a Hong Kong a causa del virus A/H5N1). Fortunatamente questo sottotipo non riuscì a rimescolarsi e ad acquisire la capacità di trasmettersi da uomo a uomo.
Riga 125:
 
=== Influenzavirus C ===
L'influenza C infetta l'uomo e i suini e può causare gravi malattie ed epidemie locali<ref name = "Matsuzaki">{{Cita pubblicazione | cognome = Matsuzaki | nome = Y | coautori = Sugawara K, Mizuta K, Tsuchiya E, Muraki Y, Hongo S, Suzuki H, Nakamura K | titolo = Antigenic and genetic characterization of influenza C viruses which caused two outbreaks in Yamagata City, Japan, in 1996 and 1998 | url= http://www.pubmedcentral.nih.gov/articlerender.fcgi?tool=pubmed&pubmedid=11825952 | rivista = J Clin Microbiol | volume = 40 | numero = 2 | pp = 422–9 | anno = 2002 | pmid = 11825952 }}</ref>. Tuttavia, l'influenza C è meno comune rispetto agli altri tipi e normalmente sembra causare solo disturbi non troppo gravi nei bambini<ref>{{Cita pubblicazione | cognome = Matsuzaki | nome = Y | coautori = Katsushima N, Nagai Y, Shoji M, Itagaki T, Sakamoto M, Kitaoka S, Mizuta K, Nishimura H | titolo = Clinical features of influenza C virus infection in children. | rivista = J Infect Dis | volume = 193 | numero = 9 | pp = 1229–35 | anno = 2006 | mese=maggio|giorno=1 | pmid = 16586359 }}</ref><ref name = "Katagiri">{{Cita pubblicazione | cognome = Katagiri | nome = S | coautori = Ohizumi A, Homma M | titolo = An outbreak of type C influenza in a children's home. | rivista = J Infect Dis | volume = 148 | numero = 1 | pp = 51–6 | anno = 1983 | mese=luglio| pmid = 6309999 }}</ref>.
 
=== Deriva antigenica ===
Riga 131:
 
=== Spostamento ("''shift''") antigenico ===
Quando il virus acquisisce antigeni del tutto nuovi, ad esempio per ''riassortimento'' tra i ceppi aviari e i ceppi umani, si parla invece di ''spostamento antigenico'' (''antigenic shift''). Se un virus di influenza umana viene prodotto con antigeni completamente nuovi, chiunque sarà vulnerabile e questo nuovo tipo di influenza può propagarsi senza controllo, causando una [[pandemia]]<ref>{{Cita pubblicazione | cognome = Parrish | nome = C | coautori = Kawaoka Y | titolo = The origins of new pandemic viruses: the acquisition of new host ranges by canine parvovirus and influenza A viruses | rivista = Annual Rev Microbiol | volume = 59 | pp = 553–86 | pmid = 16153179 }}</ref>. È stato proposto un modello alternativo, dove le pandemie periodiche sono prodotte dall'interazione di un insieme fisso di ceppi virali con una popolazione umana con un insieme di immunità in cambiamento continuo verso diverso ceppi virali<ref>{{Cita pubblicazione |autore=Recker M, Pybus OG, Nee S, Gupta S |titolo=The generation of influenza outbreaks by a network of host immune responses against a limited set of antigenic types |url=http://www.pnas.org/cgi/content/full/104/18/7711 |rivista=Proc Natl Acad Sci U S A. |volume=104 |numero=18 |pp=7711–7716 |anno=2007 |pmid=17460037 }}</ref>.
 
=== Protezione incrociata ===