Mezzo di comunicazione di massa: differenze tra le versioni

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Riassumendo, lo studio della famiglia e delle sue dinamiche si è imposto nelle ricerche sulla comunicazione di massa a partire dalla prima metà degli anni 80. Si sono succedute in particolare tre prospettive di ricerca: le ricerche che considerano la famiglia come oggetto di rappresentazione o banco di prova su cui testare la veridicità dei messaggi diffusi dai media e la loro forza di persuasione; le ricerche che si occupano della famiglia come luogo di fruizione e ambiente fisico e relazionale che ospita il consumo; e le ricerche che trattano la famiglia come soggetto di consumo vero e proprio, terminale privilegiato e fruitore attivo i prodotti mediatici.
 
Il primo filone di ricerca della famiglia come oggetto di rappresentazione è costituito dall'analisi delle influenze che le rappresentazioni mediatiche esercitano sulla quotidianità della famiglia. L'idea di fondo è che i mass media entrino in relazione con la famiglia rappresentandola e che quest'ultima sia esposta alla loro influenza e disponibile ad assumere i modelli di vita e di comportamento che essi propongono. In questo quadro, il problema centrale diventa quello di stabilire il grado di corrispondenza tra la realtà e le rappresentazioni della famiglia prodotte e diffuse dai mezzi di comunicazione di massa. Opinione comune a quasi tutte le ricerche è che i mass media restituiscano un'immagine distorta del nucleo domestico<ref>Alfredo García Luarte. “La familia en la prensa chilena. Análisis de la representación de la familia en relación a las virtudes sociales en los diarios nacionales El Mercurio y La Tercera”, en Norberto González Gaitano y José María La Porte (eds.). Famiglia e media. La comunicazione delle associazioni di famiglia, Roma, Edusc, pp. 139-155.</ref> Da un lato infatti, la standardizzazione delle procedure produttive rende necessarie la semplificazione delle dinamiche familiari. Dall'altro lato, l'esigenza di dover confezionare un prodotto gradevole e accattivante, obbliga a spettacolarizzare la realtà domestica, enfatizzando le svolte eclatanti, i momenti di crisi e di rottura in luogo della ricostruzione delle modalità quotidiane di gestione delle relazioni.
 
Il secondo filone di ricerca della famiglia come luogo di fruizione, muove dal riconoscimento della crucialità del contesto nelle dinamiche di consumo. La famiglia viene vista come terminale privilegiato della comunicazione di massa e luogo naturale di consumo. In questo quadro, il rapporto tra mass media e nucleo familiare assume una configurazione complessa: la famiglia non è l'oggetto delle rappresentazioni mediatiche, né un terminale passivo della comunicazione, ma un agente attivo delle pratiche di consumo<ref>Piermarco Aroldi. La tv risorsa educativa, ob. cit. pp. 145-186. Inoltre si veda Maria Grazia Fanchi. L'audience, Laterza, Roma 2014.</ref>