Ireneo di Lione: differenze tra le versioni

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|Attività = vescovo
|Attività2 = teologo
|Nazionalità = romano
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==Opere==
Il suo pensiero e le sue opere furono direttamente influenzati da [[Policarpo di Smirne]], che fu a suo tempo discepolo diretto di [[san Giovanni Evangelista]]. Essi sono una testimonianza della tradizione apostolica, a quei tempi impegnata contro il proliferare di varie [[eresia|eresie]], in particolare lo [[gnosticismo]], di cui Ireneo fu un forte oppositore. Delle sue opere, soltanto due ci sono pervenute per intero, e nessuna delle due nell'originale [[lingua greca|greco]]:
* ''Adversus haereses'' ("Contro le eresie"): in cinque libri, in cui Ireneo tenta di confutare le principali espressioni dello [[gnosticismo]]. L'interesse del vescovo di Lione era quello di confutare l'esistenza di due Cristi, uno di natura divina e l'altro di natura umana, originati da due diversi [[eone|eoni]], idea questa molto cara alla gnosi. Di conseguenza, Ireneo di Lione insiste sull'unicità ed unità della figura del Cristo. Il testo integrale è sopravvissuto solo in una traduzione [[lingua latina|latina]] probabilmente del [[VIV secolo]]; (anchedell'originale il[[lingua greca|greco]] sussistono, soltanto frammenti, sia pure abbastanza numerosi. I libri IV-V si sono conservati in una traduzione [[lingua armena|armena]] del VI secolo. Il titolo ''Adversus haereses'' non è originale,convenzionale l'operae siriassume il titolo intitolavacompleto "Smascheramento e confutazione della falsa gnosi").
* ''Demonstratio apostolicae praedicationis'' ("Dimostrazione della predicazione apostolica"), sintetica e precisa esposizione della dottrina ortodossa del cristianesimo, sopravvissuta soltanto in una traduzione [[lingua armena|armena]] del VI secolo.
 
== Pensiero ==
Ireneo fu il primo teologo cristiano a tentare di elaborare una sintesi globale del cristianesimo, all'interno di un periodo storico marcato da due eventi culturali di grande spessore:
* la presenza dello [[gnosticismo cristiano|gnosticismo in ambito cristiano]], interpretazione del cristianesimo originaria del primo secolo in possesso di un buon impianto dottrinale;
* il diffondersi nel mondo pagano del [[neoplatonismo]], filosofia di vasto respiro, che presentava molte affinità con il cristianesimo.
Ireneo con la sua opera tentò di combattere lo gnosticismo, mentre nei confronti del neoplatonismo si aprì a un dialogo e fu disposto ad accogliere alcuni principi generali di questa filosofia.
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Proprio nell<nowiki>'</nowiki>''Adversus haereses'' Ireneo scrive:
 
{{Citazione|La tradizione degli [[apostoli]], manifesta in tutto quanto il mondo, si mostra in ogni Chiesa a tutti coloro che vogliono vedere la verità e noi possiamo enumerare i vescovi stabiliti dagli Apostoli nelle Chiese e i loro successori fino a noi… (Gli Apostoli) vollero infatti che fossero assolutamente perfetti e irreprensibili in tutto coloro che lasciavano come successori, trasmettendo loro la propria missione di insegnamento. Se essi avessero capito correttamente, ne avrebbero ricavato grande profitto; se invece fossero falliti, ne avrebbero ricavato un danno grandissimo.|''Adversus haereses'', III, 3,1: PG 7,848.}}
 
Ireneo indica pertanto la rete della successione apostolica come garanzia del perseverare nella parola del Signore e si concentra poi su quella Chiesa “somma ed antichissima ed a tutti nota” che è stata “fondata e costituita in Roma dai gloriosissimi Apostoli Pietro e Paolo”, dando rilievo alla [[Tradizione]] della fede, che in essa giunge fino ad oggi dagli Apostoli mediante le successioni dei vescovi. Ed è proprio la Tradizione apostolica il punto imprescindibile per Ireneo: sono i vescovi, in comunione con il vescovo di Roma, eredi, continuatori e custodi della Tradizione che è "pubblica", "unica", "pneumatica", cioè guidata dallo Spirito Santo. L'unità della storia della salvezza aiuta a comprendere anche l'unità dell'uomo: "Infatti la gloria di Dio è l'uomo vivente e la vita dell'uomo è la manifestazione di Dio" (''Contro le eresie'', IV, 20,7). In tal modo, per Ireneo e per la Chiesa universale, la successione episcopale della Chiesa di Roma diviene il segno, il criterio e la garanzia della trasmissione ininterrotta della fede apostolica:
 
{{Citazione|A questa Chiesa, per la sua peculiare principalità (propter potiorem principalitatem), è necessario che convenga ogni Chiesa, cioè i fedeli dovunque sparsi, poiché in essa la tradizione degli Apostoli è stata sempre conservata...|''Adversus haereses'', III, 3, 2: PG 7,848.}}
 
La successione apostolica - verificata sulla base della comunione con quella della Chiesa di Roma - è dunque il criterio della permanenza delle singole Chiese nella Tradizione della comune fede apostolica, che attraverso questo canale è potuta giungere fino a noi dalle origini:
 
{{Citazione|Con questo ordine e con questa successione è giunta fino a noi la tradizione che è nella Chiesa a partire dagli Apostoli e la predicazione della verità. E questa è la prova più completa che una e medesima è la fede vivificante degli Apostoli, che è stata conservata e trasmessa nella verità.|''ib.,'' III, 3, 3: PG 7,851.}}
 
== Ireneo e i Codici di Nag Hammadi ==