Domiziano: differenze tra le versioni

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[[File:Regele Decebal, statuie in parcul Cetatii HD-II-a-B-03217.JPG|thumb|left|upright=0.7|[[Deva]]: statua di Decebalo]]
Alla fine dell'[[85]] i Daci varcarono il [[Danubio]] e invasero la [[Mesia]]:<ref>Giordane, XIII, 76.</ref> vinto e ucciso il legato [[Gaio Oppio Sabino]], saccheggiarono la regione.<ref name="Svetonio, Domiziano, 6">Svetonio, ''Domiziano'', 6.</ref> Domiziano accorse e, dopo aver respinto i Daci oltre il fiume, preparò una spedizione in Dacia, affidandola a [[Cornelio Fusco]]. Fatto questo, tornò a Roma. Nell'[[86]] Fusco, dipinto da Tacito come uomo amante del pericolo,<ref>Tacito, ''Historiae'', II, 86.</ref> alla testa d'ingenti truppe attraversò il Danubio invadendo la Dacia.<ref>Giordane, XIII, 77.</ref> Il comandante dei Daci, [[Decebalo]], lasciò avanzare l'esercito nemico fino alla stretta valle alla confluenza del fiume [[Timiș (fiume)|fiume Timiș]] con l'affluente Bistra, tra Tapae e [[Sarmizegetusa Regia|Sarmizegetusa]],<ref>Traiano trovò in questa zona le tracce della battaglia: Cassio Dione, LXVIII, 9.</ref> e lo attaccò dopo averlo circondato. Cornelio Fusco cadde ucciso e l'esercito romano fu quasi interamente massacrato.<ref name="Svetonio, Domiziano, 6"/>
 
Dopo una sospensione delle ostilità per due anni, durante la quale Domiziano divise la Mesia in due parti, ciascuna presidiata da due legioni, la guerra riprese nell'[[89]]. L'esercito fu affidato a [[Tettio Giuliano]], che nel [[69]] aveva già combattuto vittoriosamente in Mesia contro i [[Roxolani]].<ref>Tacito, ''Historiae'', I, 79.</ref> Raggiunta Tapae, [[Battaglia di Tape (88)|vi sconfisse i Daci]], senza però ottenere una vittoria decisiva, mentre Domiziano conduceva una campagna in Germania contro i [[Quadi]] e i [[Marcomanni]], che lo sconfissero, costringendolo alla ritirata.<ref>Cassio Dione, LXVII, 7.</ref> Tenuto conto delle difficoltà incontrate da Giuliano a continuare l'avanzata verso la capitale Sarmizegetusa, Domiziano dovette accettare le offerte di pace di Decebalo.<ref>Cassio Dione, LXVII, 7; LXVIII, 6.</ref> Benché la campagna militare si fosse conclusa con un nulla di fatto, Domiziano ottenne a Roma il trionfo, il titolo di ''Dacicus''<ref>Marziale, VIII, prefazione: ''Imperatori Domitiano Caesari Augusto Germanico Dacico'', ma l'imperatore evitò di fregiarsi di quel titolo immeritato. Marziale, VI, 76, dà Cornelio Fusco per vendicato: «la sua ombra vittoriosa riposa in una foresta sottomessa alla schiavitù».</ref> e l'erezione di una statua equestre nel Foro.<ref>{{CIL|6|1207}}.</ref>