Lambro: differenze tra le versioni

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[[File:Milano Lambro22.JPG|thumb|left|Milano, una discarica abusiva nel Lambro a Monluè]]
 
Il Lambro è stato uno dei fiumi italiani che hannoha più risentito di più dell'[[inquinamento]] e dell'[[industrializzazione]] avvenuta sulle lorosue rive: in particolare, per il Lambro, nel medio corso, tra Merone e Monza. Oltre all'utilizzo dell'acqua come forza motrice, dal XIX secolo essa venne impiegata in diverse lavorazioni, in particolare dalle tintorie, e il fiume divenne un comodo sfogo per reflui industriali della più svariata natura. Il fenomeno dell'inquinamento si accentuò soprattutto nella seconda metà del secolo scorso con la costruzione diffusa delle reti fognarie nei paesi rivieraschi dell'alto e medio corso, le cui acque erano convogliate nel fiume, così che a Monza e a Milano giungevano oramai solo acque biologicamente morte. Il capoluogo, scaricandovi gli esiti fognari dei suoi quartieri orientali, aggiungeva inquinamento ad inquinamento.
 
Il fenomeno dell'inquinamento si accentuò soprattutto nella seconda metà del secolo scorso con la costruzione diffusa delle reti fognarie nei paesi rivieraschi dell'alto e medio corso, le cui acque erano convogliate nel fiume, così che a Monza e a Milano giungevano oramai solo acque biologicamente morte. Il capoluogo, scaricandovi gli esiti fognari dei suoi quartieri orientali, aggiungeva inquinamento ad inquinamento.
Nel 1987, la Provincia di Milano avviò un programma di accertamenti chimico-fisico-biologici per il controllo della qualità dei corpi idrici della provincia di Milano da cui risultavano notevoli compromissioni<ref>http://www.pmvl.it/include/spaw2/uploads/files/prima_mostra_inquinamento.pdf</ref> e il Lambro veniva ritenuto il maggiore responsabile dell'inquinamento del Po (un quinto del totale) e dell'[[eutrofizzazione]] dell'[[Adriatico]].<ref>Attraverso il [[Lambro meridionale]] anche gli altri collettori fognari raggiungevano indirettamente il Lambro</ref> La legge Merli, la n.319 del 1976, aveva fatto obbligo a tutte le grandi città di dotarsi di sistemi per la depurazione delle acque, ma Milano non aveva ottemperato con svariate motivazioni.<ref>Tra le altre, anche quella che la diluizione nel sistema irriguo e il dilavamento sui suoli prima del ritorno in falda o in altri corpi idrici potesse, come era avvenuto nel passato, "riciclare" le acque</ref> Fu la decisa azione della Comunità europea a far avviare, negli ultimi anni novanta, i programmi operativi.
 
Nel 1987, la Provincia[[provincia di Milano]] avviò un programma di accertamenti chimico-fisico-biologici per il controllo della qualità dei corpi idrici della provincia di Milano da cui risultavano notevoli compromissioni<ref>http://www.pmvl.it/include/spaw2/uploads/files/prima_mostra_inquinamento.pdf</ref> e il Lambro veniva ritenuto il maggiore responsabile dell'inquinamento del Po (un quinto del totale) e dell'[[eutrofizzazione]] dell'[[Adriatico]].<ref>Attraverso il [[Lambro meridionale]] anche gli altri collettori fognari raggiungevano indirettamente il Lambro</ref> La legge Merli, la n.319 del 1976, aveva fatto obbligo a tutte le grandi città di dotarsi di sistemi per la depurazione delle acque, ma Milano non aveva ottemperato con svariate motivazioni.<ref>Tra le altre, anche quella che la diluizione nel sistema irriguo e il dilavamento sui suoli prima del ritorno in falda o in altri corpi idrici potesse, come era avvenuto nel passato, "riciclare" le acque</ref> Fu la decisa azione della Comunità europea a far avviare, negli ultimi anni novanta, i programmi operativi.
 
La legge Merli, la n°319 del 1976, aveva fatto obbligo a tutte le grandi città di dotarsi di sistemi per la depurazione delle acque, ma Milano non aveva ottemperato con svariate motivazioni<ref>Tra le altre, anche quella che la diluizione nel sistema irriguo e il dilavamento sui suoli prima del ritorno in falda o in altri corpi idrici potesse, come era avvenuto nel passato, "riciclare" le acque</ref>.Fu la decisa azione della [[Comunità economica europea|Comunità europea]] a far avviare, negli ultimi anni novanta, i programmi operativi.
 
=== Dopo il 2005 ===
[[File:Lambro san colombano.JPG|thumb|Il Lambro presso [[San Colombano al Lambro|San Colombano]]]]
 
Grazie agli interventi intercorsi, con l'apertura delle prime sezioni dei depuratori di Merone e di Monza san Rocco, i dati relativi al Lambro sono progressivamente migliorati nel tratto fino a Monza. Più a valle, un deciso cambiamento si ebbe a partire dal [[2005]], con l'entrata in esercizio del sistema integrato di Milano. Il solo depuratore di Peschiera Borromeo consentì di abbattere l'inquinamento da azoto ammoniacale del 78% e della metà il carico organico; con l'entrata in funzione di quelli di Nosedo e di San Rocco<ref>Si tratta solo di un'omonimia con l'impianto monzese</ref>, la situazione si è stabilizzata e le acque del Lambro, in ogni stazione di monitoraggi rientrano oggi nei parametri "scarse" o "sufficienti" invece di quelli precedenti che le classificavano "pessime".<ref>http://www.comune.milano.it/portale/wps/wcm/jsp/fibm-cdm/FDWL.jsp?cdm_cid=com.ibm.workplace.wcm.api.WCM_Content/Mobilita_Convegno%20Depuratori/e86ce780497922cba91ef9c311613a49/false&cdm_acid=com.ibm.workplace.wcm.api.WCM_Content/Maurizio%20Brown%20e%20Savino%20Colia%20-%200d02098049793c54a9f6f9c311613a49/0d02098049793c54a9f6f9c311613a49/false {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20131029200727/http://www.comune.milano.it/portale/wps/wcm/jsp/fibm-cdm/FDWL.jsp?cdm_cid=com.ibm.workplace.wcm.api.WCM_Content%2FMobilita_Convegno%20Depuratori%2Fe86ce780497922cba91ef9c311613a49%2Ffalse&cdm_acid=com.ibm.workplace.wcm.api.WCM_Content%2FMaurizio%20Brown%20e%20Savino%20Colia%20-%200d02098049793c54a9f6f9c311613a49%2F0d02098049793c54a9f6f9c311613a49%2Ffalse |data=29 ottobre 2013 }}</ref>.
 
Il Lambro, complessivamente, ha reagito meglio del Seveso e dell'Olona ai massicci interventi di recupero cui è stato sottoposto, ma non nel modo auspicato, che avrebbe dovuto portare la soglia delle acque a "buone". Da una parte ha giocato a suo favore la naturalità delle sue sponde, che scorrono ancora libere per lunghi tratti, al contrario di quelle degli altri due fiumi praticamente inalveati tra barriere di cemento. Dall'altro ha pesato l'impermeabilizzazione dei fondali sui quali per molti anni si sono depositati inquinanti chimici pesanti che impediscono il naturale scambio biologico con l'acqua. La corrente non è sufficiente a rimuovere i residui e la situazione, se non interviene un'azione diretta di bonifica, è destinata a durare per anni.
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[[File:Inquinamento Fiume Lambro.jpg|thumb|Contenimento degli idrocarburi con galleggianti il 24 febbraio 2010 a parco Lambro]]
{{vedi anche|Disastro ambientale del fiume Lambro}}
Purtroppo è risultato meno controllabile ilIl fenomeno degli scarichi abusivi, come quelli che hannoha determinato il cosiddetto ‘disastro"disastro ambientale del fiume Lambro'", conseguentemente alin quale interventiha sonoportato statiallo miratiscarico adi impediresostanze inquinanti che lahanno sostanza inquinante raggiungesseraggiunto il [[delta del Po|delta del fiume]] e quindi il [[mare Adriatico]]. Fortunatamente, ilIl danno ambientale in quelle aree è stato contenuto e controllato. In ogni caso interventi con programmi e punti di monitoraggio con campionamento delle acqua sono effettuati dall'ARPA, (agenzia regionale per l'ambiente).<ref>[http://ita.arpalombardia.it/ITA/console/Files/newsus/03_Com_Lambro_25032010.pdf (23 febbraio 2010 – 23 marzo 2010: ARPA Lombardia illustra un mese di monitoraggio) ]</ref><ref>[http://ita.arpalombardia.it/ITA/console/Files/newsus/comunicato_04112010.pdf (ARPA : Aggiornamento al 4 novembre 2010) ]</ref>.
 
Il 23 febbraio [[2010]] si è verificato dunque il peggior disastro ambientale della storia del fiume, quando, per colpa di ignoti sabotatori, nelle acque del Lambro si sono riversati seicento metri cubi di idrocarburi provenienti dalle cisterne della Lombarda Petroli, una raffineria in disuso di [[Villasanta]].<ref>[http://www.comune.pv.it/CREA/Contents/Documents/Lambro.html Comune PV]</ref> .I primi interventi della Protezione Civile non hanno potuto impedire che l'onda nera raggiungesse il [[Po]]; conseguentemente nuovi interventi sono stati mirati a impedire chelimitare la sostanzaquantità inquinantedi raggiungesseinquinanti ilche [[deltaavrebbero delpotuto raggiungere il Po|delta del fiume]] e quindi il [[mare Adriatico]]. Fortunatamente, il danno ambientale in quelle aree è stato contenuto. Ancora alla fine dell'anno, gli ignoti colpevoli attendono di essere identificati e incriminati per disastro ambientale.
 
Tra il 7 e l'8 luglio 2010, una moria di pesci nel luogo del disastro ha messo in allarme i cittadini, le autorità competenti e le associazioni ambientaliste, con cause tutte da chiarire.<ref>{{cita web|url=http://milano.repubblica.it/cronaca/2010/07/08/news/moria_di_pesci_nuovo_allarme_nel_lambro_la_stessa_zona_dello_sversamento_di_petrolio-5476990/?ref=HREC1-6|editore=la Repubblica (on line)|data=8 luglio 2010|titolo=Moria di pesci, nuovo allarme nel Lambro è la stessa zona dello sversamento di petrolio}}</ref> .Le indagini dell'ARPA Lombardia, l'Agenzia regionale per l'ambiente, hanno poi svelato nonche essersisi trattatotrattava di inquinamento, bensì di concause come scarsità d'ossigeno e poca acqua. Non c'è quindi alcun legame tra il disastro ambientale doloso di maggio e la moria di luglio.<ref>{{cita web|url=http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/10_luglio_10/lambro-strage-pesci-poco-ossigeno-1703358204984.shtml|editore=Corriere.it|data=10 luglio 2010|titolo=Scarse piogge e poco ossigeno nell'acqua: è strage di pesci nel fiume Lambro}}</ref> .Dall'aprile [[2011]] lungo l'astail percorso del fiume brianzolo compresacompreso nel territorio del Parco Regionale della Valle del Lambro, corrono chiazze di schiuma più o meno compatta di ignota provenienza, segno di un inquinamento dell'acqua continuamente presente.<ref>il Cittadino</ref>.
 
== Geografia antropica ==