Guerra civile romana (44-31 a.C.): differenze tra le versioni
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Negli anni che erano seguiti alla battaglia di Filippi, l'interesse di Antonio si era rivolto principalmente all'Oriente, con l'intento di portare avanti quella campagna militare contro i [[parti]] precedentemente progettata da Cesare. Intanto Antonio era entrato in stretti rapporti con la regina egiziana Cleopatra, con la quale ebbe una relazione amorosa. Nel frattempo, tra il [[40 a.C.|40]] e il [[37 a.C.]], approfittando della situazione caotica che Roma stava vivendo, i parti avevano occupato gran parte dell'[[Asia Minore]], della Siria e della Giudea. Ben presto però, a causa di conflitti dinastici, il regno dei parti entrò in crisi, e così nel [[36 a.C.]] Antonio decise che il momento era propizio per iniziare la spedizione pianificata da Cesare. Egli intendeva riprendere i piani di Cesare e marciare sul regno dei Parti passando per l'Armenia, dopo il suo logotenente [[Publio Canidio Crasso|Publio Canidio]] aveva già raggiunto importanti successi, e quindi la Media. Dopo alcuni illusori successi iniziali Antonio dovette però battere in ritirata. Tentò poi una seconda spedizione nel [[34 a.C.]], anche questa con risultati molto limitati. Nel frattempo Antonio aveva ripudiato Ottavia, sorella di Ottaviano, e aveva riallacciato la sua relazione con Cleopatra.
La scelta per Antonio si rivelò esiziale: nel [[34 a.C.]], ad [[Alessandria d'Egitto]], Antonio proclamò pubblicamente che Cesarione (il figlio che Cleopatra aveva avuto da Cesare) era il legittimo erede di Cesare e gli diede il titolo di ''re dei re'' (Cleopatra ''regina dei re''). Madre e figlio poterono esercitare il potere su Egitto e [[
{{Citazione|L'alleanza con Marco Antonio era sempre stata dubbia ed incerta, mal rabberciata da varie riconciliazioni: alla fine egli la ruppe definitivamente, e, per meglio dimostrare che si trattava di un [[cittadinanza romana|cittadino]] degenere, fece aprire e leggere pubblicamente il testamento che quello aveva lasciato a [[Roma antica|Roma]] designando tra gli eredi anche i figli avuti da [[Cleopatra VII|Cleopatra]].|{{cita|Svetonio|''Augustus'', 17}}.}}
In seguito quando fece dichiarare nemico pubblico Antonio, gli rimandò i suoi parenti e i suoi amici, tra cui i consoli [[Gaio Sosio]] e [[Gneo Domizio Enobarbo (console 32 a.C.)|Domizio Enobarbo]].<ref name="SvetonioAugusto17">{{cita|Svetonio|''Augustus'', 17}}</ref>
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