Moti del 1820-1821: differenze tra le versioni

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Il 23 luglio fu inviata una delegazione dal governo rivoluzionario di Napoli per chiedere il ripristino del Regno di Sicilia, seppur sempre a guida borbonica, della costituzione e un proprio parlamento.
Il governo napoletano rifiutò e il 30 agosto inviò un esercito (circa 6.500 soldati, i quali si aggiunsero agli altrettanti di guarnigione a Messina e nella parte orientale della Sicilia, non in rivolta) agli ordini del generale [[Florestano Pepe]], che il 22 settembre a Termini Imerese stipulò un accordo con il governo siciliano al fine di rimettere la decisione di istituire il Parlamento ai rappresentanti dei comuni che stavano per essere eletti. L'accordo fu ratificato il 5 ottobre da Palermo, ma il neo parlamento appena eletto a Napoli rifiutò e il 14 ottobre richiamò Pepe e inviò il generale [[Pietro Colletta]] che riconquistò la Sicilia con lotte sanguinose e ristabilì il 22 novembre la monarchia, rimettendo nuovamente l'isola sotto il controllo del governo costituzionale napoletano<ref>[https://books.google.it/books?id=NuVkAwAAQBAJ&pg=PA45&lpg=PA45&dq=Florestano+Pepe,+che,+con+l%27accordo+di+Termini+Imerese,&source=bl&ots=eKaNdodIlP&sig=PmTG5c_aN40KuO3KNUKvntpWwLo&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjghqKWmojKAhUEPxQKHeKMAYQQ6AEIHTAB#v=onepage&q=Florestano%20Pepe%2C%20che%2C%20con%20l'accordo%20di%20Termini%20Imerese%2C&f=false Antonio Maria Orecchia, ''La difficile unità'', 2012, pagina 45 ] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160411042331/https://books.google.it/books?id=NuVkAwAAQBAJ&pg=PA45&lpg=PA45&dq=Florestano+Pepe,+che,+con+l'accordo+di+Termini+Imerese,&source=bl&ots=eKaNdodIlP&sig=PmTG5c_aN40KuO3KNUKvntpWwLo&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjghqKWmojKAhUEPxQKHeKMAYQQ6AEIHTAB |data=11 aprile 2016 }}</ref>, fino al marzo 1821, quando gli austriaci occuparono Napoli e soppressero la costituzione.
 
==Il moto carbonaro di Napoli==