Origene: differenze tra le versioni

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→‎Vita ad Alessandria (185-232): Affermazioni eretiche ed espulsione per eresia
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Nacque probabilmente ad [[Alessandria d'Egitto]] nel [[185]] da genitori cristiani di lingua greca. Origene era appena un diciassettenne quando, nel [[202]], la [[Persecuzione dei cristiani nell'impero romano#Persecuzione di Settimio Severo|persecuzione di Settimio Severo]] si abbatté sulla Chiesa di Alessandria. Quando suo padre, Leonida, fu gettato in prigione, Origene avrebbe voluto condividere il suo destino, ma non fu in grado di farlo, poiché sua madre gli aveva nascosto gli abiti, pertanto riuscì solamente a scrivere una lettera ardente ed entusiastica a suo padre, con la quale lo esortava a perseverare coraggiosamente nella sua scelta. Quando Leonida patì il [[martirio (Cristianesimo)|martirio]] e le sue fortune vennero confiscate dalle autorità imperiali, il figlio dovette provvedere per la madre e i suoi sei fratelli più giovani. Riuscì ad adempiere a questo gravoso compito lavorando come insegnante, vendendo i suoi manoscritti, e grazie al generoso aiuto di una ricca signora che ammirava il suo talento.
 
Poco tempo dopo, il rettore della più famosa scuola teologica cristiana, san [[Clemente Alessandrino]], dovette fuggire a causa delle persecuzioni. In assenza di catechisti, Origene, pur essendo laico, iniziò ad insegnare nell'istituto<ref>Manlio Simonetti, Emanuela Prinzivalli, ''Storia della letteratura cristiana antica''. Bologna, EDB, 2010.</ref>. Solo un anno dopo ottenne il permesso formale di insegnare dottrina cristiana dal [[Demetrio di Alessandria|vescovo Demetrio]] (Eusebio, ''Historia ecclesiastica'', VI, II; Girolamo, ''De viris illustribus'', LIV). La scuola, che era frequentata anche da [[Paganesimo|pagani]], presto divenne un asilo per neofiti, [[Confessore|confessori]] e martiri. Tra questi ultimi: [[Basilide di Alessandria|Basilide]], [[Santa Potamiena|Potamiena]], Plutarco, Sereno, Eraclide, Erone, un altro Sereno, e una catecumena, Herais (Eusebio, ''Hist. eccl.'', VI, IV). Origene li accompagnò al martirio incoraggiandoli con le sue esortazioni.
 
Nonostante avesse iniziato ad insegnare ad un'età così giovane, riconobbe la necessità di completare la propria istruzione. Frequentando le scuole filosofiche, specialmente quella di [[Ammonio Sacca]], che fu anche maestro di [[Plotino]], si dedicò allo studio dei filosofi, in particolare di [[Platone]] e degli [[Stoicismo|Stoici]]. In questo non faceva altro che seguire le orme dei suoi predecessori [[Panteno]] e Clemente. In seguito, quando quest'ultimo mise a disposizione della scuola catechetica le sue opere, imparò l'[[lingua ebraica|ebraico]], e si mise in contatto con alcuni ebrei che lo aiutarono a risolvere alcuni suoi dubbi. Verso il [[210]], il suo estremo rigore ascetico nel seguire le Sacre Scritture lo portò forse ad [[evirazione|evirarsi]], pratica non del tutto sconosciuta nel cristianesimo delle origini. Secondo alcuni autori, per questa automutilazione il [[vescovo]] Demetrio non lo volle mai ordinare [[sacerdote]]<ref>{{cita libro|cognome= Quasten|nome= Johannes|titolo= Patrologia. I primi due secoli (II - III)|anno=1980 |editore= Marietti|p=316}}</ref>.
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|anno=1997 |editore= Paoline
|città= |isbn=978-88-315-1370-8|p=360}}</ref>, vescovo di quella città, assistito da Alessandro, vescovo di Gerusalemme, lo consacrò sacerdote.
Demetrio, nonostante avesse fornito Origene di lettere di accredito, fu offeso moltissimo da questa ordinazione che aveva avuto luogo senza che ne fosse a conoscenza e, come pensava, in deroga ai suoi privilegi. Quest'ultimo era invidioso della crescente influenza del suo catechista (Eusebio VI, VIII). Al suo ritorno ad Alessandria, Origene percepì presto l'ostilità del suo vescovo, intuì la bufera che si stava addensando e lasciò l'[[Egitto]] ([[231]]). I dettagli di questa vicenda furono riportati da Eusebio nel secondo libro perduto dell'&nbsp;''Apologia per Origene''; secondo Fozio che aveva letto l'opera, furono convocati ad Alessandria due [[Concilio|concili]], il primo di questi esiliò Origene, mentre l'altro lo depose dal sacerdozio (''Bibliotheca'' Cod. 118). Girolamo, comunque, affermava espressamente che {{cn|non fu condannato per alcun punto della sua dottrina.}}
 
''Espulso da Alessandria d'Egitto con accuse di eresia''<ref name= "l'Enciclopedia">l' ''Enciclopedia'', collana "La Biblioteca di Republica", UTET-Istituto Geografico DeAgostini, Moncalieri (TO), 2003, vol. 15 (Niev-Perim), pag. 349 di 831, voce omonima</ref>, fu protagonista di affermazioni [[eresia|eretiche]] radicali:
* ''creazione ab aeterno''<ref name= "l'Enciclopedia" />: la Cristianità sostiene la crezione ''in initio temporis''
* ''[[subordinazionismo]] del Padre al Figlio''<ref name= "l'Enciclopedia">: che sarà definitivamente negato dal [[Concilio di Nicea I|Concilio di Nicea]] del [[325]],
* ''temporaneità delle pene infernali''<ref name= "l'Enciclopedia" />.
 
=== L'esilio a Cesarea marittima (232-254) ===